E lui chi è? Come gestire la rivalità tra fratelli

La gelosia è un sentimento umano. Assume nel tempo il significato del timore di perdere o non ottenere un bene o un affetto o qualcosa che entri in possesso di qualcun altro. 

La nascita di un fratellino (o di una sorellina) è da sempre un momento della vita molto delicato e complesso. Basti pensare a una situazione in cui tutte le attenzioni e l’amore rivolti verso di noi mutino tutto ad un tratto verso la di condivisione, con chi poi? una persona mai conosciuta prima! Il primogenito non sarà più l’unico e questo “lieto” evento sarà sicuramente carico di una forte ambivalenza; da una parte ci sarà curiosità, gioia e allegria per l’arrivo di un compagno di vita che lo accompagnerà, nel bene e nel male, lungo tutto il suo cammino, d’altra parte l’arrivo del nuovo “complice” canalizzerà molte delle attenzioni e dell’affetto che mamma e papà prima riservavano solo per lui. Come tutte le dinamiche umane e relazionali anche in questo caso la gelosia tra fratelli sarà carica di componenti soggettive, non sarà un’evoluzione imprescindibile e uguale per tutti. Si può così definire una reazione alla frustrazione affettiva, vissuta o reale. Ciò implica che la gelosia provata potrebbe essere giustificata da un reale cambiamento del comportamento di mamma e papà, ma potrebbe anche essere invece, una reazione specifica che il piccolo mette in atto in seguito ad una propria percezione soggettiva della realtà, che può nascere da fattori che risultano più “immaginati” piuttosto che reali e oggettivi. Ma questo poco importa!

Spesso, molti genitori si interrogano sul proprio comportamento per capire se stanno facendo qualcosa di sbagliato e ciò risulta uno step fondamentale, bensì a volte non sufficiente. Spesso i bambini percepiscono alcuni comportamenti dei genitori in modo falsato, vivendo sentimenti di abbandono o vivendo la “normale” paura di non avere più le attenzioni e l’amore di mamma e papà. L’arrivo di un nuovo piccolo, diciamo la verità, implica un dispendio maggiore di energie fisiche, mentali ed emotive e un calo nella propria “prestazione materna o paterna”, ciò è del tutto naturale, non colpevolizziamoci di questo! Ricordiamoci di ascoltare e accettare le paure dei nostri piccoli, nonostante le nostre modalità di relazione con loro non siano cambiate.

A seconda dell’età, il fratellino (o sorellina) maggiore potrà manifestare una serie di reazioni verbali e/o non verbali, per esempio uno dei possibili comportamenti che potrebbero verificarsi viene denominato “regressione”.

 

“Meccanismo di difesa che consiste nel ritorno ad uno stadio precedente dello sviluppo, cioè ad una modalità di comportamento meno complessa e strutturata. Ha una funzione difensiva in quanto il ritorno ad una modalità di funzionamento precedente è vissuto come rassicurante nei confronti dell’angoscia creata da difficoltà attuali.”

 

Per esempio, dopo aver tolto il ciuccio, potrebbe iniziare a succhiarsi il pollice o addirittura richiedere il ciuccio. Questi tipi di comportamento spiegano ed evidenziano il suo desiderio di tornare indietro a quando il fratellino non c’era e identificano un messaggio simile al “se torno più piccolo e bisognoso, voi dovrete accudirmi ancora di più e in questo modo non perderò il vostro affetto”. Dietro la gelosia, la regressione, l’aggressività si nasconde la paura!

 

Ma cosa possono fare i genitori?

Esistono degli accorgimenti che la coppia genitoriale può adottare per affrontare la gelosia del primo figlio, un passo fondamentale è prendere in considerazione questo sentimento, senza nasconderlo o far finta che non esista.

Promuovere la collaborazione e il sostegno reciproco inoltre porterà a dipanare la rivalità tra fratelli, permettendo loro di instaurare un rapporto basato sulla complicità e il rispetto vicendevole. Viceversa, praticare disparità, incoraggiare lo scontro, responsabilizzare eccessivamente uno dei due nei confronti dell’altro, incentiverà un clima di rancore, se non addirittura di rabbia.