La vera importanza delle favole
Le favole sono un importante strumento per incentivare nei nostri bambini l’utilizzo dell’immaginazione e della capacità di comprensione.
Sono dei racconti che propongono in modo allegorico e fantasioso alcuni aspetti della vita quotidiana per poi trarne una morale, esaltandone le caratteristiche positive e negative. All’interno delle favole le emozioni, gli atteggiamenti, i valori vengono rappresentati in modo molto netto e distinto; da una parte vi è il male, dall’altra vi è il bene, da una parte il buono, dall’altra il cattivo e il finale viene sempre sancito dal lieto fine.
Anche la mente dei nostri bambini funziona in maniera analoga, le emozioni sono dentro di loro ben distinte e il fatto che la favola finisca sempre con il trionfo del bene permette ai bambini di identificarsi con personaggi rassicuranti e vincenti, collocando invece, i loro sentimenti negativi nei personaggi cattivi.
L’insegnamento finale è quello di continuare a perseguire il bene, perché è questo che vincerà, purtroppo però, nella realtà non è sempre così!
Nel tempo sono state fatte delle ricerche che hanno diviso l’opinione degli esperti, da una parte coloro che criticavano e rimproveravano le favole perché millantatrici di un mondo irreale e inesistente e dall’altra coloro i quali sostenevano che il ruolo simbolico e positivo delle favole risultava fondamentale nella crescita di un bambino. Effettivamente la società odierna viene spesso rappresentata da eventi molto negativi in cui ciò che ha la meglio è il male, ma questo non appare un motivo sufficiente per togliere ai bambini uno strumento che li aiuti a crescere in modo sano e che li faccia sentire al sicuro. Promuovere in loro la paura, mettendoli fin da subito davanti alla dura realtà, non aiuterebbe di certo il loro sviluppo e la loro crescita, anzi, rischieremmo di porli in una situazione di difficoltà, in cui non riuscirebbero ad esplorare il mondo in modo sereno e fiducioso. Con questo non intendiamo dire che il genitore debba nascondere la realtà della vita ai propri figli; tacere sulla crudeltà delle persone e talvolta della vita, non li metterebbe di certo al riparo dalle sofferenze, ma viceversa li rinchiuderebbe in un alone di irrealtà, amplificando la traumaticità degli eventi negativi.
La favola deve essere uno strumento che vada ad aiutare il genitore a raccontare ai propri figli di aspetti complessi e delicati.
Vero è però, che i bambini devono essere difesi ed è il “genitore adulto” il principale responsabile del passaggio di alcune conoscenze e di alcuni valori e principi; per questo risulta molto importante che nel racconto della favola e della sua morale si valuti l’età del bambino, la sua maturità emotiva, le vicende familiari, il tipo di linguaggio usato per raccontarla, la mediazione e l’intervento che fa l’adulto nel racconto. Come in molti altri contesti, la funzione del genitore deve essere quella di poter mediare tra l’iperprotettività e la totale assenza di attenzione nel merito. Ogni bambino è diverso e mamma e papà devono comprendere quale sia il momento e il modo migliore per raccontargli alcune cose sulla vita, anche attraverso le fiabe.
La sincerità e la trasparenza aiutano sempre, ma sono verosimilmente da modulare e valutare sulla base delle caratteristiche del proprio piccolo.