A scuola e a casa con… EMPATIA

Empatia, ovvero la capacità di entrare in sintonia con gli altri, di leggere i loro stati d’animo e comprendere le loro emozioni.

Empatia è forse uno dei termini più noti al giorno d’oggi, soprattutto nel campo dell’educazione. Si sente spesso infatti sottolineare quant’è importante educare all’empatia fin da piccoli. Se ne parla così spesso che in Danimarca sono arrivati a questa importante decisione: sarà obbligatorio introdurre un’ora di “Klassenstid” alla settimana, dove gli alunni potranno imparare a riconoscere e condividere le proprie emozioni e a mettersi nei panni degli altri.

Durante quest’ora sarà data la possibilità ad ogni alunno di raccontarsi e di condividere con gli altri, le difficoltà che riscontra nelle relazioni con i genitori, con gli insegnanti, con i compagni e con gli amici in generale. L’obiettivo sarebbe quello di costruire un gruppo classe più coeso e in sintonia, nonché di far sviluppare quest’abilità.

Ma perché è così importante far sviluppare l’empatia?

A cosa serve realmente essere empatici in una realtà così ultratecnologica e ultra connessa?

Insegnare l’empatia vuol dire insegnare a costruire relazioni significative con gli altri, vuol dire riuscire a cogliere le sfumature delle relazioni sociali, vuol dire arricchire e dare un senso profondo alle nostre esperienze.

Essere social” è la parola d’ordine nella nostra quotidianità. “Fare network”, essere in continua relazione con gli altri apre a mondi di possibili sviluppi.

Le neuroscienze, la psicologia evolutiva, la teoria dell’intelligenza emotiva di Goleman, da anni hanno portato al centro dell’attenzione la sfera emotiva e sociale dell’essere umano. Potremmo affermare proprio che essere “emotivamente intelligenti” oggi è più importante che essere “razionalmente intelligenti”.

Riuscire a comprendere le emozioni che proviamo e riuscire quindi a gestirle consente di prendere decisioni migliori, di risolvere più facilmente problemi e di essere una persona di … successo!

Un cervello emotivamente competente è un cervello capace di:

  • Sfruttare al meglio le occasioni
  • Essere in continuo aggiornamento (asseconda il “long life learning”: apprendimento durante tutta la vita)
  • Porsi obiettivi coerenti con le sue possibilità e concretamente raggiungibili
  • Auto- motivarsi e sfidarsi
  • Riconoscere cosa lo bloccherebbe (i suoi “bottoni caldi”)
  • Controllarsi
  • Essere capace di guardare sempre da prospettive diverse
  • Esprimersi al meglio e comunicare efficacemente
  • Vivere con entusiasmo
  • Apparire sicuro e affidabile

Chi non vorrebbe un cervello così?

E un cervello così inevitabilmente è competente anche a livello sociale. È a tutti gli effetti “social”. Capace di entrare in sintonia con gli altri, di creare e coltivare relazioni funzionali, di ascoltare e comprendere al meglio la realtà sociale che lo circonda. Ma per essere a tutti gli effetti così “social”, per avere relazioni che vadano al di là di un network, l’empatia deve essere sviluppata. A scuola e a casa bisogna dedicare del tempo per coltivare e far crescere questa capacità, che sì è innata ma allo stesso tempo è “allenabile”.

Come si può quindi “allenare l’empatia”?

Semplice, a casa così come a scuola bisogna:

  • Parlare delle emozioni: chiedete ai vostri figli come stanno, iniziate ogni giorno la vostra lezione chiedendo loro cosa provano. E siate voi stessi capaci di raccontare le vostre emozioni. Verbalizzate ciò che sentite e sintonizzatevi con loro.
  • Non ironizzate, non banalizzate, non teatralizzate le emozioni. Le emozioni sono sempre legittime, non esistono emozioni che vanno bene ed emozioni che non vanno bene, che non si devono provare, ciò che conta è comprenderne il senso e imparare a gestirle.
  • Cambiate il punto di vista, insegnate ai bambini a guardare da diverse prospettive ogni volta. Aiutateli a mettersi nei panni dell’altro.
  • Ascoltate e date la giusta attenzione ad ogni manifestazione, la comunicazione parte proprio dalla capacità di saper ascoltare.

Sono aspetti che in realtà già conosciamo ma che forse spesso, nella frenesia quotidiana ci dimentichiamo di mettere in atto.

E se vogliamo fare di quel bambino un futuro campione…. Parte tutto da qui! Alleniamoli all’empatia, alleniamo le loro emozioni.