Successo nella vita e sul lavoro? Allena la tua intelligenza Emotiva.

Generalmente si è abituati a pensare che la nostra capacità di funzionare nel mondo e un buon successo lavorativo e relazionale dipendano soprattutto da un alto quoziente intellettivo. In realtà non è del tutto così: da circa vent’anni la comunità scientifica, e non solo, ha posto sempre più attenzione sul concetto di Intelligenza Emotiva.

L’intelligenza emotiva può essere definita come la capacità di percepire, monitorare e comprendere stati emotivi propri e altrui. Questo concetto fu inizialmente proposto da due ricercatori statunitensi, Salovey e Mayer (1990), e successivamente divulgato dallo psicologo e giornalista scientifico del New York Times, Daniel Goleman (1995). L’intelligenza emotiva è costituita da due differenti componenti: una personale, riferibile alla consapevolezza di sé, delle proprie emozioni, a ciò che le scatena e alle loro conseguenze; la seconda, invece, più sociale, identifica l’insieme di abilità che permette di comprendere le emozioni, i punti di vista, gli interessi e i sentimenti altrui.

A queste abilità è associata la capacità di autocontrollo, di riconoscere i propri punti di forza, ma anche i propri limiti, permettendoci in questo modo di fissare delle mete realistiche e affini ai propri interessi, di auto motivarci di fronte alle difficoltà, di relazionarci positivamente con gli altri, di risolvere conflitti interpersonali e prendere decisioni.

Immaginiamo se non fossimo dotati di questa importante abilità, se per esempio non fossimo in grado di comprendere se un nostro amico è triste o se il nostro capo è arrabbiato. L’importanza che intelligenza emotiva ha nella nostra quotidianità risulta quindi evidente. Diversi studi empirici hanno comunque dimostrato, per esempio in ambito lavorativo, che l’intelligenza emotiva è in grado di predire il successo lavorativo, una leadership efficace e le capacità manageriali (Amdurer et al., 2014; Boyatzis, 19822009Kotter, 1982Thornton and Byham, 1982Luthans et al., 1988Druskat et al., 2005), come anche il benessere e il grado di soddisfazione percepiti sul posto di lavoro e non solo (Carmeli et al., 2009; Lounsbury et al., 2003; Amdurer et al., 2014). Questa relazione potrebbe essere spiegata dal fatto che persone con una più alta intelligenza emotiva si adattino meglio alle circostanze ambientali e costruiscano in modo più veloce ed efficace rapporti sociali con gli altri (Lopes et al., 2003).

Ma possiamo aumentare la nostra intelligenza emotiva?

La risposta è . Infatti, mentre il Q.I tende a definirsi e stabilizzarsi intorno al primo ventennio di vita (Neisser et al., 1996), l’intelligenza emotiva può essere allenata. In ambito lavorativo, sempre più corsi di formazione aziendale identificano nello sviluppo di competenze emotive e sociali un aspetto cardine per la crescita professionale; queste vengono allenate attraverso interventi di gruppo e non solo.

In ambito psicologico e d’intervento clinico, sono state sviluppate diverse tecniche e programmi specifici, mirati appositamente all’identificazione e comprensione dei propri stati emotivi, a come questi influenzino il comportamento, nonché al miglioramento del riconoscimento di segnali sociali.

 

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Bibliografia:

  • Salovey, P., & Mayer, J. (1990). Emotional intelligence. Imagination, cognition, and personality, 9(3), 185-211.
  • Luthans, F., Hodgetts, R. M., and Rosenkrantz, S. A. (1988). Real Managers. Cambridge, MA: Ballinger Press.
  • Thornton, G. C. III., and Byham, W. C. (1982). Assessment Centers and Managerial Performance. New York, NY: Academic Press.
  • Goleman, D. (1995). Emotional intelligence. New York: Bantam. In italiano: Goleman D. (1996).Intelligenza emotiva. Che cos’è, perché può renderci felici. Rizzoli, Milano.
  • Carmeli, A., Yitzhak-Halevy, M., and Weisberg, J. (2009). The relationship between emotional intelligence and psychological wellbeing. J. Manage. Psychol. 24, 66–78.
  • Lounsbury, J. W., Loveland, J. M., Sundstrom, E. D., Gibson, L. W., Drost, A. W., and Hamrick, F. L. (2003). An investigation of personality traits in relation to career satisfaction. J. Career Assess. 11, 287–307.
  • Neisser, Ulric et al. (February 1996).“Intelligence: Knowns and Unknowns”. American Psychologist 52 (2): 77–101, 85. Retrieved 20 March 2014
  • Lopes, P. N., Salovey, P., and Straus, R. (2003). Emotional intelligence, personality, and the perceived quality of social relationships. Pers. Individ. Dif. 35, 641–658.
  • Boyatzis, R. E. (1982). The Competent Manager: A Model for Effective Performance. New York, NY: John Wiley and Sons.
  • Boyatzis, R. E. (2009). A behavioral approach to emotional intelligence. J. Manage. Dev. 28, 749–770.
  • Kotter, J. P. (1982). The General Managers. New York, NY: Free Press.
  • Druskat, V., Mount, G., and Sala, F. (Eds.). (2005). Emotional Intelligence and Work Performance. Mahwah, NJ: Lawrence Erlbaum.
  • Amdurer E, Boyatzis RE, Saatcioglu A, Smith ML, Taylor SN Long term impact of emotional, social and cognitive intelligence competencies and GMAT on career and life satisfaction and career success.Front Psychol. 2014 Dec 16;5:1447.