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I Forgot My Phone (2013).

I Forgot My Phone (2013)

Vuoto digitale

La nomofobia (termine per indicare la dipendenza da cellulari) sta diventando un fenomeno sempre più diffuso, tanto da attirare l’attenzione della comunità scientifica e incentivare la creazione di veri e propri programmi di “digital detox”. 

Lungi da ogni forma di moralismo, è fuori discussione che gli smartphone costituiscano ormai uno strumento imprescindibile per vivere attivamente nella nostra società. Il confine tra l’usare e il farsi usare sembra diventare sempre più sottile, con un crescendo di casi di vera e propria dipendenza.

Il cortometraggio mostra in maniera chiara come la stessa giornata, le stesse abitudini e attività, possono essere vissute in maniera diversa da persone che condividono il medesimo spazio nel medesimo istante. La grande differenza la fa il focus della propria attenzione, che nel caso della protagonista del video cade su ciò che effettivamente le sta attorno, per gli altri passa attraverso il filtro dello schermo dei propri cellulari. Anziché guardare negli occhi la persona amata al risveglio, godere appieno di un bel panorama o ricevere e dare feedback di vera condivisione, si rischia di ritrovarsi intrappolati nelle funzioni del proprio device.

Se l’avvento degli smartphone ha avuto innegabili implicazioni positive anche dal punto di vista psicologico (dalla possibilità di estendere e gestire la rete dei propri contatti a quella di fissare i ricordi più preziosi) allo stesso tempo costituisce una silente minaccia, dalla quale dobbiamo avere gli strumenti per difenderci.

E voi cosa ne pensate?

Come sarebbe concretamente una giornata senza smartphone?

 

I Forgot My Phone (2013)

di Charlene deGuzman

A cura di: dott.ssa Villi

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