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I’m Beautiful (2015).

I’m Beautiful (2015)

Breve monologo sulla ricerca e la conquista di bellezza e perfezione

Se bella vuoi apparire, un poco devi soffrire?

La società contemporanea propone ai giovani standard estetici di perfezione cui tendere. Riuscire a raggiungere questi “modelli” sociali di bellezza permette di entrare a far parte di un gruppo e sentirsi accettati; viceversa, si potrebbero creare situazioni di esclusione sociale. Vivere esperienze di rifiuto potrebbe avere conseguenze sull’autostima individuale, contribuendo ad alimentare sentimenti di insicurezza e fragilità.

Ma è proprio vero che chi si uniforma a ciò che la società propone è realmente più sicuro di sé e felice?  Una persona che ha instaurato un sano rapporto con la sua identità non ha bisogno di maschere o abiti non suoi, ma entra in scena da regista. Le garanzie di bellezza e successo non sono dunque indici affidabili di felicità e benessere. Qualsiasi cosa tu faccia per essere accettato non è mai abbastanza per la società “Even now you call me slut or whore, but it’s better than freaking ugly”.

Per quanto il pubblico ti possa applaudire oppure fischiare, quando entri in scena devi sempre avere il coraggio di improvvisare!

 

I’m Beautiful (2015)

di Noah Lalonde & Dayna Collett

A cura di: dott. Premoli e dott.ssa Varalli

 

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