Tradire

Ho letto con interesse “Tradire” di Roberta Giommi, che a partire dalla sua vasta esperienza psicoterapeutica con le coppie sviluppa riflessioni interessanti rispetto al tema del tradimento.

Il vocabolario Treccani deriva il termine “tradire” dal latino tradĕre «consegnare», attraverso il significato di «consegnare ai nemici», «consegnare con tradimento». Per chi subisce il tradimento all’interno del rapporto di coppia, resta cifra fondamentale il fare fallace affidamento, che «consegna» al buio e all’incertezza. Come scrive Roberta Giommi: “Quando subiamo il tradimento siamo oppressi dallo stupore, dalla rabbia, dalla disperazione e raccontiamo la nostra incredulità, mettendo insieme, come in un puzzle, tutti gli elementi per cui non ci potevamo fidare o avremmo dovuto capirlo prima” [p. 12]

La tenuta di molte relazioni è messa in serio pericolo quando uno dei due partner tradisce. Tenere saldo il timone nella tempesta di emozioni che scuote la coppia in queste situazioni è un’impresa assai ardua, che spesso necessita l’aiuto di uno psicoterapeuta, volto a “offrire speranza e strumenti efficaci di elaborazione” nel tentativo di “indicare possibili percorsi di crescita e di evoluzione” [XIII]. Roberta Giommi invita chi nella coppia patisce il tradimento a “controllare e arginare il precipitare emotivo”, dato che la “la scoperta del tradimento richiede una grande saggezza” [p. 12].

Chi subisce il tradimento, infatti, si confronta con un “forte attacco all’autostima, poiché si sottopone al confronto con un’altra persona” o con la rabbia, che può far “perdere il senso del limite e compromettersi in azioni che rendono irreversibile il danno prodotto” [p. 13]. Chi tradisce fa i conti invece con “il senso di colpa e l’incapacità di far fronte al conflitto suscitato dalla presenza di affetti contraddittori” [XIII].

Viviamo in una parte del mondo e in un’epoca che promette l’immortalità (la morte è un tabù che ci sforziamo di tener ben lontano dalla nostra coscienza), l’indistruttibilità (ci affanniamo ad essere sempre più sani, più giovani, più belli) e la continuità, la persistenza di tutto ciò che ci circonda, relazioni comprese, mentre in realtà tutto è precario, non fosse per il fatto che nel tempo mutiamo, nessuno rimane uguale a se stesso nel divenire del tempo.

Colpisce in tal senso il suggerimento di Roberta Giommi, quando mette in guardia ciascuno dal “mito della fedeltà”, perché solo se “non siamo dominati dal mito della fedeltà niente è compromesso nel futuro” di una coppia che affronta la crisi aperta dal tradimento [13]. Del resto, spesso è difficile persino rimanere fedeli a se stessi, ai propri bisogni, ai propri desideri, ai propri valori, barattati in cambio di approvazioni altrui, gratificazioni narcisistiche, sicurezze emotive che non si traducono in un autentico benessere personale.

L’operazione più difficile, per chi è tradito, è provare a riconoscere anche le proprie responsabilità nella crisi aperta dal tradimento da parte del partner, in quanto “non siamo mai innocenti nelle disavventure che riguardano un rapporto” [157]. Presi dal lavoro, dai mille impegni che la vita ci pone dinanzi, spesso siamo propensi a dare per scontato l’altro, a dimenticarci che una relazione va continuamente nutrita, perché la quotidianità può appiattire e inaridire quanto insieme si è costruito.

La rabbia che avvolge chi è tradito può portare a prendere decisioni senza ritorno, si può arrivare alla separazione e al divorzio, tuttavia “la separazione psicologica può a volte non determinarsi mai” [178], rimanendo legati al partner attraverso l’odio e le mille rivendicazioni.

Non trovo miglior conclusione alle riflessioni condivise in questo mio breve scritto se non riportando la frase con cui Roberta Giommi termina “Tradire”: “si è traditi solo quando si ama e non si può amare senza rischiare di essere traditi”. In fondo la vita stessa è un continuo rischio, una perenne sfida che ci impegna in un conflitto instancabile tra il metterci in gioco buttandoci nel fluire vorticoso dell’esistenza e delle emozioni o rimanere invece rintanati in un cantuccio rassicurante, che ci costringe nel ruolo di passivi spettatori del tempo che passa, dimenticando che “la vita è l’unica occasione che ci viene data” [194].

A cura della dott.ssa Maria Rita Milesi

 

“TRADIRE” di Roberta Giommi 2007 Sperling & Kupfer Editori S.p.A.