Anche tu sei Tripofobico? Forse è un vantaggio…

Recentemente nei vari social network presenti su internet si sono diffuse pagine riguardanti una nuova “patologia”. Attraverso la visione di determinate immagini ognuno di noi sarebbe infatti in grado di autodiagnosticarsi la “tripofobia”. Ma di cosa si tratta? È veramente una malattia mentale a tutti gli effetti? Da cosa si origina e a che punto si trova la ricerca scientifica su di essa?

Con tripofobia si indica la repulsione fobica nei confronti di piccoli buchi raggruppati o protuberanze. Essa non rientra all’interno delle fobie descritte nel DSM-5 (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, quinta edizione), tuttavia essa sembrerebbe particolarmente diffusa. Molti siti web propongono dei rapidi test visivi, consistenti in una serie di immagini “tripofobiche” (alveari, fiori di loto, fotomontaggi) che, in base alle reazioni emotive che suscitano nell’osservatore, permettono di “autodiagnosticarsi” questa fobia.

Per approfondire il tema, alcuni studiosi hanno condotto varie ricerche dalle quali è emerso che la tripofobia non sarebbe una vera e propria fobia, piuttosto una reazione legata al disgusto e alla paura.

In un primo studio proposto dall’Università di Essex è stata avanzata l’ipotesi di una base evolutiva della tripofobia, che sarebbe legata all’antica paura nei confronti di animali pericolosi (serpenti, ragni, calabroni) che presentano alcuni motivi circolari.

Un ulteriore studio condotto dall’Università Emory di Atlanta ha invece osservato come potrebbe essere il disgusto l’emozione principale alla base della risposta tripofobica; utilizzando l’eye tracking sono presentate immagini raffiguranti animali pericolosi e immagini considerate tripofobiche. Un ingrandimento pupillare si è osservato nel primo caso (indicante una risposta di paura), mentre nel secondo caso le pupille si sono ristrette (indicando una risposta di disgusto).

In una terza e più recente ricerca condotta dall’Università del Kent, è stato evidenziato un legame più stretto con il disgusto che tuttavia non esclude la componente paurosa. In particolare dallo studio emerge come la tripofobia sarebbe legata alla paura di contrarre malattie infettive e al disgusto nei confronti di infestazioni ad opera di parassiti (con motivi circolari), che potrebbero colpire la persona.

A prescindere da quale sia l’origine fisiologica della tripofobia, è affascinante notare come delle eredità dei nostri antenati siano tutt’ora presenti nella nostra vita quotidiana.

A cura di: dott. Premoli e dott.ssa Varalli