Genitori separati e figli: niente panico!
Utilizzando le parole di Cigoli, si può tranquillamente affermare che la separazione (e il divorzio) rappresentino una “fase storica” attuale, tipica cioè della famiglia moderna e del contesto socioculturale nel quale viviamo.
Secondo la psicologa Nadine Kaslow in genere sono necessari circa due anni per completare l’intero processo di separazione tra due persone, intendendo con esso non solo la separazione di tipo legale, ma anche quella emotiva e mentale.
Ma quali particolari sfide si trova a dover affrontare una famiglia separata? Quali possibili scenari futuri ci si potrebbe aspettare?
La sfida principale cui deve far fronte la famiglia separata è la riorganizzazione delle relazioni familiari. A livello coniugale la coppia deve superare l’esperienza di divorzio dal punto di vista emotivo, accettando il fallimento del legame. Contemporaneamente, a livello genitoriale è necessario che gli ex coniugi continuino a ricoprire i ruoli di padre e madre e a rispettarsi reciprocamente. È importante che si instauri un rapporto di collaborazione e cooperazione per tutti gli aspetti che riguardano l’essere genitori. Altresì di rilievo è la ridefinizione dei rapporti con i parenti dell’ex coniuge e con gli amici comuni.
Uno degli scenari più frequenti, conseguenti alla separazione, è la nascita di una famiglia monogenitoriale composta in genere da madre e figlio. Purtroppo non è raro che il genitore non affidatario (spesso il padre), sparisca quasi completamente, lasciando i figli esposti al solo ruolo educativo materno. Come mai accade ciò? Secondo le ricerche in alcuni casi il padre ha trovato una nuova compagna e decide di iniziare con lei sola un nuovo percorso di vita, non curante dei figli; in altri casi, la causa dell’allontanamento del genitore non affidatario è da imputarsi a quello affidatario, il quale metterebbe in atto una serie di comportamenti atti a screditare e denigrare l’ex coniuge.
Un ulteriore scenario difficoltoso include tutte quelle situazioni in cui padre e madre iniziano ad utilizzare stili educativi opposti, creando confusione nei figli; in queste situazioni è frequente che i figli vengano anche utilizzati come “armi” per ricattare o ferire l’ex coniuge.
Fortunatamente, gli scenari precedentemente esposti non sono gli unici a prospettarsi; quando entrambi gli ex coniugi hanno accettato pienamente la separazione coniugale, iniziano a cooperare nell’interesse dei figli andando a formare quella che gli psicologi chiamano “coalizione parentale”: i minori possono frequentare liberamente entrambi i genitori e possono fare affidamento anche sugli eventuali nuovi partner dei genitori, come ulteriori figure di riferimento.
Numerose ricerche si sono focalizzate sul ruolo dei fratelli e dei nonni, come fattori potenzialmente positivi; i fratelli costituirebbero degli “alleati” per i figli di coppie separate con cui sfogare ed elaborare le ansie e le paure che accompagnano la separazione. I nonni rappresenterebbero invece l’unico punto di congiunzione con la propria storia e le proprie origini prima della separazione.
A prescindere dal tipo di famiglia indagata, da tutte le ricerche emerge come il fattore fondamentale per una buona riuscita della separazione sia la capacità dei genitori di fornire spiegazioni ai figli su quello che sta accadendo, su cosa devono aspettarsi, e in particolare rassicurarli sulla continuità del loro rapporto.
Genitori: Parlate con i vostri figli!
A cura di
Dott. Premoli e Dott.ssa Varalli.
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Indicazioni bibliografiche:
Malagoli Togliatti, Lavadera (2002), Dinamiche relazionali e ciclo di vita della famiglia.