Imagery e sport: quando mente e corpo sono in perfetto equilibrio
La tecnica dell’imagery è stata recentemente studiata nel campo delle pratiche sportive, per comprendere se e in che modo la nostra mente ed il nostro sistema neurale possano aiutare gli atleti a migliorare le proprie prestazioni durante la gara.
Essa consiste nell’immaginare le specifiche sequenze motorie che compongono il gesto tecnico in modo ripetitivo e continuo prima dell’allenamento fisico. Per facilitare questo compito, che non a tutti può risultare semplice, può essere precedentemente visto un filmato del gesto tecnico. Successivamente è necessario raggiungere uno stato di rilassamento per immaginare nei particolari non solo la sequenza dei gesti, ma anche il setting abituale nel quale essa viene compiuta. Inoltre vanno rispettati i parametri spazio-temporali così che l’azione mentale sia il più possibile simile a quella fisica reale. Questa tecnica dovrebbe essere svolta quotidianamente per almeno 10 minuti.
Ci sono diversi tipi di imagery:
- CG (cognitive generali) riguardati le strategie di gioco
- CS (cognitive specifiche) relative alle competenze
- MS (motivazionali specifiche) associate ad eccitazione o stress durante la performance
- MG (motivazionali generali) legate al sentirsi sicuri di sé e capaci di compiere l’azione
Le ricerche hanno confermato che il modo di pensare le situazioni può influenzare il nostro modo di agire. Chi si immagina spesso durante la gara concentrandosi sulle emozioni negative che potrebbe provare (MS) avrà più probabilità di provare realmente ansia da prestazione durante la performance. Al contrario immaginare se stessi come capaci di far fronte ad una situazione (MG) (ad esempio un’interrogazione per uno studente del liceo) può migliorare le proprie capacità di affrontare lo stress.
Uno studio del 2011 condotto su giovani calciatori ha evidenziato un miglioramento nella velocità della performance legato all’utilizzo dell’imagery. Un altro studio ha invece preso in considerazione i giocatori di ping-pong che sono stati sottoposti all’allenamento mentale per un tempo più lungo (18 settimane anziché 6). In questo caso i miglioramenti sono stati rilevati non solo nella velocità ma anche nella performace.
Affaticare il corpo con allenamenti eccessivi a volte si ripercuote negativamente anche sulla salute mentale dell’atleta. Affiancare invece all’allenamento fisico quello mentale può essere invece una buona soluzione per migliorare la performance senza richiedere sforzi eccessivi al proprio fisico.
Corpo e mente si completano, aprendoci uno spiraglio sulle nostre reali potenzialità!
A cura di
Dott. Premoli e Dott.ssa Varalli.
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Indicazioni bibliografiche:
Hall C.R., Rodgers W.M., Barr K.A., (1990). The uso of imagery by athletes in selected sports.