Va tutto bene. Va tutto male.

Molto spesso assistiamo (o siamo vittime) di quello strano fenomeno per il quale la nostra vita sembra improvvisamente costellata solo di eventi negativi (o solo positivi). Ma è davvero così? Va veramente tutto bene o tutto male?

La nostra mente a volte ci fa davvero dei brutti scherzi. Capita infatti che un singolo evento – generalmente negativo – inizi a scatenare una sequela di altrettanti eventi negativi, portandoci alla convinzione che, alla fine, tutto stia andando male (oppure bene, anche se in un numero minore di casi). Di qui i concetti come la “scaramanzia” (ad esempio, mettendo in atto certi rituali, si scongiurerà la possibilità di ulteriori eventi avversi, oppure evitando certe circostanze la cosiddetta “sfortuna” ci abbandonerà).

Al contrario, ossia per gli eventi invece “positivi”, avremo la tendenza ad orientare le nostre azioni e i nostri comportamenti, seguendo quello che ci è sembrato essere uno “schema propiziatorio”.

Ma è davvero così?

In realtà ogni evento è del tutto neutrale, ossia privo di una connotazione positiva o negativa. La gomma della nostra auto si buca perché abbiamo percorso una strada su cui si trovava un chiodo ed essendo il chiodo più duro (nonché appuntito) della gomma, la conseguenza è stato forare.

Ora, essendo in ritardo al nostro appuntamento, oppure sotto un acquazzone, la gomma bucata è una bella “rogna”, quindi siamo propensi ad attribuire a tale evento una connotazione negativa.

Se – tuttavia – veniamo soccorsi da una persona gentile (e che magari ci attrae), allora la gomma bucata della nostra auto diviene improvvisamente una piacevolissima coincidenza.

Ogni evento è realmente neutrale?

Sì, ogni evento in sé accade e basta. La connotazione positiva (o negativa) legata all’evento, è frutto della nostra interpretazione dell’evento stesso.

Se prendiamo anche l’esempio più estremo, ci rendiamo conto che le cose stanno proprio così. Una persona che viene a mancare è un evento oggettivo neutrale: il cuore di quella determinata persona ha smesso di battere.

Ovviamente l’evento assume valori diversi a seconda del nostro legame con quella persona. Se si tratta di qualcuno a cui abbiamo voluto bene – come un parente stretto o un amico – allora la connotazione sarà molto probabilmente negativa, poiché la morte di quella persona evoca in noi un profondo dolore.

Se, al contrario, non abbiamo legami con quella persona (immaginiamo si tratti della notizia data al telegiornale di una persona che non conosciamo), il carico emotivo sarà decisamente minore.

Se ancora le informazioni che abbiamo della persona defunta sono quelle di una persona che nella sua vita ha arrecato dolore ad altri (soprattutto persone magari indifese), la connotazione che diamo alla sua morte, potrebbe assumere ancora altri toni.

Come ci può aiutare, il sapere che gli eventi sono neutrali?

“Spogliare” gli eventi della loro connotazione emotiva può aiutarci nell’evitare di cadere in concetti come “essere sfortunati” o, più generalmente, nell’essere destinati a vivere un periodo (più o meno lungo) caratterizzato da dolori e sofferenze date da eventi negativi.

Ciò ci permetterebbe inoltre di vedere le cose (o gli eventi) con un maggiore realismo, offrendoci in alcuni casi anche l’opportunità di notare aspetti positivi – magari a lungo rimasti nascosti ai nostri occhi – di ogni evento, portandoci ad uscire da schemi mentali altamente disfunzionali (“va tutto male” oppure “sono una persona sfortunata”), in favore di un atteggiamento ed un’apertura agli eventi della vita maggiormente possibilista (se non addirittura positiva).

Perché, come abbiamo detto: una gomma bucata è solamente una gomma bucata.