Quando il cibo è un pensiero che non fa più… dormire.
Quando il cibo non fa più dormire, si può parlare della Nigth Eating Syndrome (NES), la sindrome dell’alimentazione notturna, una condizione costituita dalla concomitanza di un disturbo alimentare e un disturbo del sonno.
Un sonno profondo, soddisfacente e indisturbato si associa al benessere e alla salute, viceversa la sua mancanza o cattiva qualità indica spesso una condizione generale di malessere.
L’alimentazione d’altro canto rappresenta un’altra sfera fondamentale, indice del benessere psicofisico dell’individuo.
Questi due ambiti – sonno ed alimentazione – frequentemente interdipendenti tra loro, forniscono un indice spesso molto importante riguardante il benessere psicofisico del soggetto e in condizioni di stress, fatica e tensione risultano le sfere primariamente colpite; a volte nascondono problematiche ansiose più ampie o una scarsa capacità di gestione dello stress, della frustrazione con un acuirsi della componente più istintuale.
Ma che cos’è la La Night Eating Syndrome?
Nello specifico la Night Eating Syndrome (o sindrome dell’alimentazione notturna) è una sindrome caratterizzata da un aumento incontrollato dell’appetito, a cui consegue una consistente assunzione di cibo dopo il pasto serale e durante risvegli notturni (almeno 3 a settimana), in cui il soggetto assume circa il 25% in più del fabbisogno calorico giornaliero.
Questo, inoltre, comporta forti disturbi nella qualità e nella quantità del sonno con difficoltà nella fase dell’addormentamento, raggiunto solo dopo ripetute ingestioni compulsive di cibo e continui risvegli durante la notte.
Tali spuntini consistono soprattutto nel consumo di carboidrati e vengono dilazionati nel tempo; questa caratteristica li differenzia dalle singole abbuffate, tipiche di altri disturbi alimentari.
Solitamente, al risveglio, il soggetto non percepisce la fame e passano molte ore prima dell’assunzione di cibo.
Il disturbo NES colpisce circa il 2% della popolazione, in particolare le giovani donne e ha il suo esordio tra i 30 e i 40 anni, anche se può avere inizio in altri periodi della vita.
Quali elementi possono favorire la Night Eating Sindrome?
- umore depresso,
- stati d’ansia,
- insoddisfazione per la propria immagine corporea
- difficoltà ad affrontare situazioni stressanti della vita quotidiana.
Queste condizioni creano un quadro generale di malessere che porta a mettere in atto le condotte alimentari tipiche della Night Eating Syndrome, al fine di ripristinare il proprio equilibrio. Nonostante all’inizio l’ingestione del cibo attenui la spiacevole sensazione, subito dopo genera senso di colpa e di vergogna, rabbia e stati d’ansia per lo scarso autocontrollo dimostrato.
Come trattare la Sindrome dell’Alimentazione Notturna?
Il trattamento della sindrome deve essere costituito da:
- una terapia farmacologica
- un intervento psicoterapico volto al cambiamento del comportamento alimentare disfunzionale e al trattamento dell’umore e degli stati ansiosi.
Ovviamente non si tratta di un intervento “standard”. Sia per quanto concerne l’aspetto fisico, sia per quello psicologico, la terapia deve essere calibrata sulle caratteristiche personologiche del singolo individuo e sulla gravità sintomatologica.