Il mestiere del Genitore.
Si dice spesso che quello del genitore sia un vero e proprio mestiere. Si sa anche che le vacanze estive sono –per mamme e papà- un momento per riposarsi e dedicarsi alla famiglia. Ma i genitori vanno veramente in vacanza?
Molto spesso si sente affermare, da voci più o meno autorevoli, che non è tanto importante la quantità di tempo trascorsa con i propri figli, quanto la qualità. Ebbene, se immaginiamo il “tempo con i figli” come un continuum, una linea, ai cui estremi vi sono, da un lato la “quantità”, e dall’altro la “qualità”, abbiamo una visione schematica che ci permette di comprendere come entrambe le posizioni –in quanto estreme- siano di per sé non del tutto corrette. Ciò è maggiormente comprensibile se prendiamo individualmente le due posizioni: la prima prevede il trascorrere parecchio tempo, un tempo senza alcuna utilità, poiché privo della benché minima qualità; la seconda prevede invece un concentrato di qualità “spalmato” su un lasso di tempo troppo breve perché risulti funzionale e produttivo per i propri figli.
Quindi, come sempre, la “virtù” sta nel mezzo?
In un certo senso è così. È vero da un lato che la quantità eccessiva di presenza del genitore nelle attività del figlio può anche essere dannosa. Ciò è soprattutto vero nei bambini anche piccoli i quali hanno bisogno di esplorare l’ambiente a loro modo (e non è detto che tale modalità coincida con quella del genitore). Un bambino o bambina cui viene costantemente mostrato come fare le cose, come toccare, cosa guardare, ecc. acquisirà con maggiore fatica la sicurezza delle proprie azioni, sarà costantemente alla ricerca di un’approvazione e difficilmente avrà un sano spirito di iniziativa. Analogamente un tempo qualitativamente notevole ma breve, risulta per i più piccoli difficile da comprendere. La qualità delle cose piace a tutti, come anche al bambino piace trascorrere un “buon tempo” con mamma e papà, ma se questo tempo termina in fretta il bambino vivrà questo come una frustrazione e, visto che si parla di posizioni estreme, può trasformare i genitori –agli occhi del bambino- in figure buone, ma che come arrivano così spariscono, in figure dunque che non sono del tutto affidabili, perché non sufficientemente presenti.
Il “lavoro” del genitore è quindi particolarmente difficile poiché è suo il compito di destreggiarsi abilmente tra i due estremi opposti e fornire ai propri figli un cocktail giustamente bilanciato tra quantità e qualità.
Quindi il “genitore” non va mai in vacanza?
Dipende. Come profetizzavano le insegnanti quando affermavano che “qualche esercizio ogni giorno permette di svolgere il compito oneroso senza grande fatica”, così anche il genitore attento che quindi durante tutto l’anno cerca il giusto equilibrio tra le posizioni estreme, non avrà difficoltà nello svolgere il medesimo compito durante il periodo estivo, poiché non si tratterà di un vero e proprio “compito”, ma di un modus operandi già ampiamente interiorizzato. Più intenso sarà invece lo sforzo per quei genitori che poco hanno potuto essere tali durante l’anno; e qui è necessario operare un distinguo tra genitori che non hanno potuto dedicarsi ai propri figli come in realtà avrebbero voluto e quelli che erano invece più interessati ad altro. Questa seconda categoria –purtroppo- difficilmente si soffermerà su questo articolo, mentre la prima sarà –con tutta probabilità- interessata a “rimediare”. Per questa prima categoria il “lavoro” –come detto- sarà più faticoso, ma certo tutt’altro che impossibile. Tanti sono i genitori che, dopo un anno di lavoro, in cui i figli sono stati spesso affidati a nonni e babysitter, arrivano in villeggiatura con la voglia di riposarsi e godersi il tempo con i propri figli. Questo è un ottimo punto di partenza. Come sopra esposto in taluni casi sarà necessario sforzarsi per trascorrere un po’ più di tempo, in altri ci si dovrà obbligare a lasciare i propri figli per conto proprio. Non esistono tempi che stabiliscano quanto, ogni bambino ha i suoi tempi e le sue esigenze e il suo papà e la sua mamma sono in grado di imparare a comprenderli.
Ciao, sono una giovane donna. I miei smesrio di vivere insieme negli anni 90, nell’estate tra la mia prima e seconda elementare e tra la seconda e la terza elementare di mio fratello. Noi due bambini eravamo in vacanza dai nonni materni in una citte0 e i miei a casa nostra, ricordo che la mamma venne dai nonni, insieme a lei e un parente andammo a casa e la incontrammo mio padre che usciva di casa. Entrati in casa mancavano oggetti e i ricordi di la si sperdono tra mia madre disperata e io e mio fratello emotivamente indecisi su come schierarci e agire. Quello e8 stato il momento per me in cui i miei si sono separati. Non ho mai saputo se mentre io e mio fratello eravamo in vacanza dai nonni i miei avessero gie0 deciso di lasciarsi o fosse stato mio padre ad abbandonarci . Quello che so per certo e8 che e8 vero che mio padre era violento con mia madre, davanti a me e mio fratello a casa l’aveva picchiata pif9 volte. Una volta le ha spaccato una sedia addosso davanti a noi, ricordo perfettamente la sedia a pezzi per terra e le urla, non mi si sono mai levate dalla testa. ma nonostante questo mio padre mi ha dato solo uno schiaffo fortissimo in tutta la mia vita, forse avevo 4 anni, fu perche non volevo ingoiare lo sciroppo per la tosse. Mio fratello le prese pif9 spesso di me. Dopo il giorno della separazione noi cambiammo citte0 andando a stare dalla famiglia di mia madre. Per anni mia madre ha vissuto una sorta di clausura autoimposta e una forte depressione. Passava intere giornate a piangere, senza costruirsi una vita sociale e lavorativa. Ci ha messo quasi 10 anni per riprendersi per le varie contingenze. Tolto questo, mio padre per i primi anni dalla separazione aveva avuto il permesso dal giudice di vederci, prima a turni settimanali il pomeriggio, poi le vacanze alternate. Fino ai miei 9 anni,/ossia la mia 5a elementare e8 stato cosi, poi lui ha smesso di venire a prenderci e di telefonarci. E’ sparito dal quotidiano mio e di mio fratello senza darci mai delle spiegazioni. Io adesso ho poco meno di 30 anni ma ancora adesso vivo la sofferenza della sua assenza, da cui non riesco ad uscire. Lui ha continuato a mandarci il mantenimento mensile fissato dal giudice anche oltre i 18 anni, ma non mi ha mai cercata e non ha mai cercato mio fratello. Io non so come affrontare questa sofferenza. Non esiste una cura. Non voglio essere io ad andare a cercarlo perche8 lui ha scelto di non vivere con me! cosa posso fare? perche8 mio padre mi ha abbandonata? perche8 non mi ha mai cercata, lui sa dove vivo , lui ha i mezzi per contattarmi, persino per spiarmi, o contattarmi di nascosto ma non l’ha mai fatto!!! perche8 ?voi che siete padri sapete dirmelo perche8?vi ammiro perche8 voi fate di tutto per stare con i vostri figli. una volta quando stavamo da mio padre prendemmo da blockbuster la cassetta di mrsdoubtfire, per anni ho sognato che mio padre avendo visto il film con noi si travestisse e mi venisse a cercare. che spuntasse all’improvviso. immagino che arriverf2 a travestirmi io ed andare a spiarlo di nascosto per capire perche8 non ha un minuto per cercarmi!ma a cosa servirebbe? ormai che e8 come morto per me, a che servirebbe? potrei adottare un altro uomo della sua ete0 come padre e fingere che sia lui? no.. non e8 possibile!!!