Cara suocera… stammi lontana!

In molteplici situazioni di crisi di coppia il fattore scatenante di litigi e malumori risulta essere il rapporto dei partner con la propria famiglia d’origine. Si tratta sovente di dinamiche in cui uno od entrambi i partner faticano a gestire le ingerenze di genitori piuttosto pressanti!

Molto spesso il problema all’origine della crisi di coppia riguarda l’incapacità di uno o entrambi i partner di separarsi dalle rispettive famiglie di origine.

Con il termine “separazione” non intendiamo un taglio netto, che non promette nulla di positivo!

Tuttavia dobbiamo tenere presente, che nonostante la famiglia d’origine possa non essere stata delle “migliori” – in termini di attenzione ed amore ricevuti – rimane sempre e comunque la radice dalla quale siamo cresciuti e compito nostro rimane imparare ad accettarla ed amarla aldilà dei limiti che spesso mostra…

E’ pur vero che in età adulta, ed a maggior ragione, quando ci si impegna in una relazione di coppia, anche il mancato svincolo dalla propria famiglia di origine può rappresentare un pericolo per lo svilupparsi in termini sani del rapporto di coppia stesso. Quanti uomini o donne continuano a comportarsi come se fossero degli eterni bambini che ancora dipendono da mamma e papà, anche quando a loro volta hanno già procreato? Ed ecco dunque affacciarsi all’interno della relazione di litigi (“ dai più retta a tua madre che a me!!!!”), di disagi profondi che alla lunga minano la relazione tra i partner, nonché di situazioni esasperanti che portano ad una rottura in termini di separazioni e divorzi.

Normalmente l’adolescenza è considerata la tappa di sviluppo nella vita di un individuo, in cui attraverso la “ribellione” all’autorità genitoriale e lo sperimentarsi all’interno del gruppo di pari, ci si sgancia progressivamente dal contesto familiare per imparare a “viversi” nel mondo. Di conseguenza arriva l’indipendenza economica e magari l’impegno in una relazione affettiva stabile.

I genitori in questa delicata fase hanno un compito importante, che è quello di accompagnare i figli in un cammino di progressiva indipendenza. Talvolta ciò non accade, poiché anche in ambito clinico assistiamo a colloqui con genitori non in grado di favorire questo progressivo sviluppo ed alle prese con sentimenti di vuoto e solitudine all’idea di rimanere soli…

Queste difficoltà non fanno altro che convincere i figli di dover essere sostegno per i genitori, a scapito della propria indipendenza ed autonomia.

Da qui l’incapacità di vivere poi all’interno di una relazione affettiva adulta.

Quante coppie arrivano in studio il cui problema di fondo è proprio l’incapacità di svincolarsi dalle famiglie di origine, stabilendo un sano confine.

Parlo di quelle coppie in cui la fonte dei litigi sono gli attacchi da parte della famiglia di origine del partner (suocere che non perdono occasione per mostrare il loro disappunto nei confronti della nuora, ingerenze nelle scelte della coppia che riguardano il dove e come vivere, gli obblighi dei pranzi domenicali, la pretesa di educare i nipoti….).

In una prospettiva di evoluzione della coppia che presenta queste problematiche, va nella direzione di una progressiva autonomizzazione, tracciando confini chiari che consentano ai partner di valorizzarsi vicendevolmente.

Una coppia è tanto più “sana” quanto più risulta in grado di costruire confini cha lasciano il giusto spazio alla presenza delle rispettive famiglie di origine, evitando di creare situazioni di competizione che non portano a nulla di buono.

Anche in questo caso l’aiuto di un terapeuta di coppia può essere una risorsa da prendere in considerazione, nell’ottica di armonizzare la relazione, promuovendone la crescita in termini positivi.

A cura della dott.ssa Velia Platto