Genitori e figli: una nuova Babele.
Il Signore disse: “Ecco, essi sono un solo popolo e hanno tutti una lingua sola; questo è l’inizio della loro opera e ora quanto avranno in progetto di fare non sarà loro possibile. Scendiamo dunque e confondiamo la loro lingua, perché non comprendano più l’uno la lingua dell’altro”. (Genesi)
Il paragone può sembrare un po’ azzardato, ma molto spesso ciò che rende difficile la comprensione tra genitori e figli è una vera e propria confusione di lingue. Le incomprensioni poi si accentuano ancor più durante il periodo adolescenziale e portano a sentimenti di frustrazione –principalmente da parte dei genitori- e insofferenza –da parte dei giovani, con il rischio di incrinare un rapporto –come quello tra genitori e figli- che è di fondamentale importanza per la crescita dei futuri uomini e donne.
“Non riesco più a gestire mio figlio: gli dico di fare una cosa e lui fa l’esatto contrario!”, “Sembra proprio che faccia apposta a disobbedire”, “non so più come dirglielo: non funziona né con le buone, né con le cattive”, queste sono solo alcune delle affermazioni che genitori di ogni età e di ogni estrazione sociale pronunciano e scrivono ogni volta che ci contattano, chiedendo come fare a farsi rispettare, obbedire, ecc.
Allo stesso tempo i giovani danno sfogo alle loro lamentele asserendo di non sentirsi compresi, di essere continuamente oppressi da raccomandazioni e “diktat” per loro incomprensibili, di non essere ascoltati né compresi. Entrambi i fronti –genitori da un lato e figli dall’altro- accusano malcontento che genera insoddisfazione, rabbia, frustrazione.
Certo la soluzione migliore per dipanare qualsiasi problema – come ampiamente ripetuto – è la comunicazione o, per meglio dire, la “comunicazione efficace”. Tuttavia questa tra genitori e figli è una di quelle situazioni in cui proprio la comunicazione costituisce il nodo cruciale del problema. Il modo migliore per affrontare e quindi risolvere la questione è la comprensione.
Comprendere meglio il mondo dei giovani, preadolescenti e adolescenti soprattutto, e far comprendere a loro il mondo degli adulti sono i primi due fondamentali passi verso la creazione di una comunicazione efficace che, a sua volta, potrà tradursi in una proficua relazione per entrambi.
Molti genitori ritengono di conoscere profondamente i propri figli; messi tuttavia a confronto con alcuni ambiti specifici, tuttavia, si rendono conto di quanto articolato e spesso diametralmente opposte siano le visioni del mondo dei giovani. Analogamente anche i ragazzi e ragazze, quando si sentono veramente compresi e capiti dai propri genitori (come anche dalle figure per loro importanti come gli insegnanti), riescono a mettere in atto un nuovo modello comunicativo decisamente più efficace, mettendo da parte l’arroganza e la rabbia spesso caratteristiche peculiari del loro consueto modo di approcciarsi agli adulti.
In un momento storico in cui i figli –fortunatamente- non sono più ritenuti semplicisticamente degli “adulti in miniatura”, ma in cui si è riconosciuta e si riconosce l’importanza di un loro corretto sviluppo psico-fisico, il rapporto con le figure primarie di accudimento è fondamentale: e quale rapporto può esservi senza comunicazione? Nessuno.
Un buon esercizio, quindi, (visto che siamo agli inizi di un nuovo anno) potrebbe essere quello di cercare di comunicare di più e meglio con i propri figli. Può essere pertanto utile passare del tempo con loro e, a seconda delle età, discutere del disegno appena fatto o della costruzione appena realizzata, parlare di desideri e dubbi, dialogare di questo o di quello, insomma, comunicare essendo realmente interessati in ciò che i figli pensano, dicono e fanno.
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