Ipnosi: tra pratica terapeutica e falsi miti

Sono numerosi i pregiudizi che nel corso del tempo sono stati creati intorno all’ipnosi, tecnica che a partire dal lavoro dello psichiatra e psicoterapeuta americano Milton Erickson è usata come strumento terapeutico. Nella pratica clinica capita frequentemente che i pazienti manifestino la loro perplessità di fronte a questo strumento e alla possibilità di usarlo come pratica terapeutica, proprio a causa dei “falsi miti” che ad essa sono associati.

Ma quali sono questi falsi miti sull’ipnosi??

Un primo falso mito da sfatare, e che soprattutto i mass media hanno contributo a creare attraverso la spettacolarizzazione dell’ipnosi, è che l’ipnotista abbia il potere magico di far compiere al soggetto azioni che sono contrarie alla sua volontà e che quindi abbia la capacità di manipolare la mente dell’ipnotizzato. L’ipnotista in realtà è solo colui che ha la funzione di guidare la persona attraverso l’uso delle parole e delle suggestioni verso un percorso di crescita personale.

Un secondo falso mito molto comune sull’ipnosi è l’idea che sotto ipnosi si possa essere spinti a rivelare i propri segreti sempre a causa dell’effetto manipolatorio che essa avrebbe sul soggetto. Anche questo è totalmente errato in quanto l’ipnotizzato è sempre cosciente per tutta la durata della seduta ed è in grado di rivelare solo ciò che vuole e può rivelare.

Infine un ultimo falso mito è proprio relativo alla convinzione che sotto ipnosi si perda il controllo di sé stessi e si entri in uno stato di incoscienza. In realtà è vero il contrario, infatti durante l’intera sessione di ipnosi il soggetto è vigile, è in grado pensare e di ascoltare tutto ciò che accade intorno a lui.

Questi sono i “falsi” miti più ricorrenti ed è quindi utile fare un po’ fare un po’ di chiarezza su questo termine e sul suo utilizzo in ambito clinico.

Che cos’è l’ipnosi?

L’ipnosi è uno stato fisiologico in cui entriamo, anche senza rendercene conto quotidianamente, più volte al giorno. Ad esempio quando siamo assorti nella visione di un film, quando siamo immersi nei nostri pensieri così tanto da non accorgerci più di ciò che accade intorno a noi o guardiamo fuori dal finestrino del treno durante un viaggio, ecco in queste situazioni siamo in uno stato di ipnosi.

In ambito clinico l’ipnosi è semplicemente un’amplificazione di questo stato di trance naturale che noi sperimentiamo e l’obiettivo è quello di accedere all’inconscio dell’individuo, cioè al “luogo” in cui vengono raccolte le esperienze, le risorse e le informazioni apprese nel corso della vita e di cui spesso non abbiamo consapevolezza in modo tale da potenziare i meccanismi di autoguarigione che ciascuno di noi possiede e dare accesso alle risorse di cui non siamo consapevoli.

E’ stato evidenziato come l’ipnosi sia utile nel trattamento di diversi disturbi. In ambito psicologico i risultati più apprezzabili riguardano il trattamento dei sintomi legati all’ansia e allo stress dal momento in cui essa induce nell’individuo uno stato di benessere e rilassamento psicofisico.

Inoltre la terapia ipnotica sfruttando la connessione tra mente e corpo è decisiva anche nel trattamento della dipendenze, in particolare la dipendenza da fumo andando a interrompere le abitudini dannose ad esso collegata. L’ipnosi può inoltre essere un ottimo ed efficace strumento anche in ambito medico in quanto trova applicazione nel trattamento dei disturbi cardiovascolari, nei disturbi dell’apparato digerente e nella terapia del dolore.

Infine un ulteriore ambito di applicazione è quello ostetrico. L’ipnosi può essere, infatti, uno strumento molto utile nella fase di preparazione al parto per un travaglio più rapido e meno doloroso.