Salone del Mobile 2018: dalla Neuroestetica alla Psicologia del Design
Sta per avviarsi alla conclusione l’edizione del Salone del Mobile 2018, evento che dal 1961 rappresenta una grande opportunità per il settore dell’arredamento. Nella Milano della design week (17-22 Aprile) sono state molteplici le manifestazioni che hanno popolato la città: dal Salone Internazionale del Mobile al Fuori Salone, con una grande vastità di installazioni ed eventi sparsi per tutto il territorio milanese. Inoltre, citando il Manifesto di una delle fiere più cool in Italia, il Salone viene definito come “un sistema di connessioni, creatività ed innovazione”, che non vede il coinvolgimento solo da parte degli esperti del settore come architetti e designer.
Tralasciando il successo dell’evento (affluenza, visitatori, espositori etc.) e concentrandosi sull’esperienza soggettiva, ecco spuntare la prima questione: cosa avviene nella nostra testa quando partecipiamo ad un evento culturale o siamo gratificati da un’esperienza estetica?
Il cervello non è un sistema isolato e gli studi dimostrano che ad un cambiamento degli stimoli ambientali corrisponde una precisa attività a livello cerebrale con un conseguente rilascio di sostanze neurochimiche. Sembrerebbe quindi che durante le esperienze di apprezzamento estetico (la visita ad un museo, l’ascolto di una canzone o l’apprezzamento di oggetto di design) si attivino le aree del piacere e della ricompensa, come la corteccia orbitofrontale (localizzata nella parte frontale del cervello). Inoltre, è emerso che l’arte influenza il rilascio della dopamina: neurotrasmettitore che induce sensazioni di benessere.
Tuttavia, queste non sono le uniche attivazioni cerebrali. C’è da aggiungere, poi, che il processo si sviluppa attraverso diverse fasi: inizialmente c’è una percezione oggettiva della bellezza (che può riguardare ad esempio il livello di simmetria o proporzione di un’oggetto) successivamente si verifica un giudizio soggettivo basato più sugli aspetti cognitivi e sull’attribuzione di valori emozionali.
Pertanto, si può affermare che il rapporto tra i centri cerebrali dedicati all’estetica, al desiderio, al piacere e alla ricompensa supporta la stretta relazione fra la partecipazione a eventi culturali e la sensazione di benessere.
Facendo nuovamente riferimento al settore dell’arredamento e del design, si può menzionare la psicologia ambientale. Si tratta di una disciplina che studia il contesto in cui vive l’uomo, prendendo in considerazione diversi elementi come: luci, colori, materiali, forme e spazi. Se da una parte si considera l’arredamento come una mera questione estetica, dall’altra occorre volgere attenzione all’impatto della disposizione dei componenti di arredo sulla psiche delle persone.
Non solo. Sembrerebbe esserci una relazione tra personalità e scelta dell’arredamento. Secondo Jean Baudrillard, sociologo esperto in psicologia cognitiva e che ha scritto libro Il Sistema degli oggetti, la disposizione degli spazi e la scelta dei complementi d’arredo la dice lunga in merito alla nostra personalità.
Quello che ne consegue è, dunque, un effetto boomerang. Se da una parte la nostra personalità predilige un certo tipo di arredamento (classico, moderno, minimale, shabby chic) dall’altra la disposizione dei complementi d’arredo influenzerà le nostre sensazioni ed emozioni. Non a caso si parla di psicologia dei colori e del design!
A cura della dott.ssa Sara Colnaghi