10 Piccoli consigli psicologici
“Non si fa”, dicono spesso le madri ai propri figli, ammonendo le loro piccole azioni oppure sgridando con fermezza. Una volta cresciuti, benché i genitori siano ancora presenti, poche sono le persone che continuano a dirci cosa sia meglio non fare. Ciò perché, con l’età, si presume che ognuno di noi abbia “interiorizzato” le regole della vita.
Talvolta non è così. Quindi capita di desiderare di avere qualcuno che ci dica –proprio come facevano la mamma o la nonna- cosa sia meglio fare e cosa invece sarebbe meglio evitare.
Ecco una piccola “guida” di ciò che –da un punto di vista psicologico- è bene fare e cosa, invece, è meglio evitare. Ovviamente non si intende assolutamente essere esaustivi, ma fornire le “basi” su cui ognuno potrà poi inserire ulteriori “Sì” e “No”.
1) Applica l’auto-disciplina.
Non fissare obiettivi molto ambiziosi e difficilmente raggiungibili.
Poniti obiettivi raggiungibili o piccole “tappe intermedie” che porteranno al raggiungimento dell’obiettivo finale, non dimenticando di premiarti ad ogni piccolo traguardo.
Principio: La gestione delle contingenze prevede di fissare obiettivi non solo a breve termine, ma anche più facilmente raggiungibili, riuscendo quindi ad ottenere un rinforzo positivo per il successo ad ogni piccolo ma importante passo compiuto.
2) Perfeziona nuove abilità.
Se vuoi apprendere una nuova abilità, non ridurti all’ultimo minuto.
Apprendi ciò che ritieni importante segmentandolo in piccole unità, intervallate da notti di riposo.
Principio: Numerosi studi e ricerche sulla memoria hanno evidenziato che le persone tendono a dimenticare ciò che hanno imparato se non possiedono una buona qualità del sonno; in particolare sarebbe fondamentale la fase onirica Non-Rem, la quale permette il passaggio al sonno profondo.
3) Giudica l’onestà, la sincerità o l’affidabilità di qualcuno.
Non supporre che tutti siano come te (cioè, onesti, sinceri e affidabili!).
Giudica le persone in base a come si comportano effettivamente.
Principio: tendiamo a vivere gli altri come “simili a noi” e quindi a giudicarli tendenzialmente positivamente. Va bene aspettarsi il meglio dalle persone, ma è necessario verificare se tale aspettativa sia fondata.
4) Fai una buona impressione.
Non farti prendere dall’ansia, che potrebbe indebolire la tua sicurezza.
Guarda i tuoi interlocutori negli occhi, monitora il tuo linguaggio del corpo, la tua postura e valuta il tuo comportamento rispetto alla situazione.
Principio: Bisogna usare il contatto visivo e la postura del corpo a proprio vantaggio e comportarsi in modo appropriato non mostrando eccessiva familiarità con le persone che non si conoscono bene. È altresì importante non mostrarsi rigidi, freddi, distaccati in situazioni sociali amichevoli, immerse in un clima disteso.
5) Gestisci lo stress.
Se ti concentri sugli aspetti negativi delle situazioni, non fai altro che aumentare il tuo livello di stress.
Scopri cosa puoi e non puoi cambiare della situazione stressante. Impegnati per cambiare gli aspetti che dipendono da te.
Principio: lo stress è nella mente di chi guarda. Se ti dici che una situazione è al di là della tua capacità di farvi fronte, ti sentirai ancora più stressato.
6) Dormi abbastanza.
Non affidarti eccessivamente a sostanze varie (sonniferi, ansiolitici, alcolici) per dormire la notte
Metti in atto alcuni accorgimenti per una buona igiene del sonno: non lavorare nella tua camera da letto, non fare allenamento prima di andare a dormire, non utilizzare display eccessivamente luminosi dopo cena, cerca di ritagliarti un ambiente il più possibile silenzioso e tranquillo.
Principio: molte ricerche sul sonno sostengono che adottare questi semplici consigli possa aiutare a combattere l’insonnia.
7) Motivati durante un’attività noiosa.
Non focalizzarti solo su ciò che puoi ottenere dall’attività (ad esempio uno stipendio)
Cerca di essere presente e coinvolto dal compito che stai svolgendo.
Principio: le ricerche sull’autodeterminazione hanno scoperto che più si è intrinsecamente coinvolti in un lavoro, tanto più si sarà motivati.
8) Trova uno psicologo o un terapeuta.
Non affidarti unicamente alla pubblicità, ai consigli degli amici o a quelli di un operatore sanitario.
Prendi in considerazione i consigli ricevuti, ma verifica personalmente le abilitazioni e le qualifiche del professionista; sincerati che sia attualmente abilitato all’esercizio della professione.
Principio: Solo uno psicologo abilitato può usare il titolo di “psicologo”, così come solo conseguentemente ad una specializzazione almeno quadriennale, uno psicologo (o medico) acquisisce il titolo di “psicoterapeuta”.
9) Decidi se il professionista trovato è quello giusto.
Non ignorare l’istinto quando incontri il professionista per la prima volta.
Cerca di capire se tu ed il professionista siate in sintonia.
Principio: l’alleanza terapeutica è la chiave più importante per il successo della terapia. Non bisogna necessariamente “piacere” al professionista, ma percepire che abbia a cuore il nostro benessere.
10) (Consiglio per i genitori:) Disciplina i tuoi figli.
Non continuare a commentare e/o criticare un comportamento scorretto o fastidioso messo in atto dal bambino.
Loda il bambino per aver messo in atto comportamenti più consoni o più desiderati, rinforzando quindi positivamente la sua azione.
Principio: Gli psicologi ad orientamento cognitivo-comportamentale hanno scientificamente dimostrato che rinforzare i comportamenti “negativi” (ad esempio continuando a commentarli o a criticarli) può portare ad un incremento della loro frequenza. Dall’altro lato, rinforzare positivamente i comportamenti ritenuti positivi può non solo aumentarne il loro riproporsi, ma anche favorire l’estinzione di quelli “negativi”, poiché a questi ultimi viene tolta tutta l’attenzione che invece viene dedicata a quelli “positivi”.
Riadattato da:
Susan Krauss Whitbourne “A Dozen Psychology Do’s and Don’ts”
A cura di dott. Premoli e dott.ssa Varalli