L'adolescenza “normale”.

L’adolescenza è sempre considerata una fase dello sviluppo individuale delicata e importante, alla luce di alcuni fondamentali elementi che caratterizzano questo periodo della vita di una persona. Infatti, in corrispondenza di una serie di evidenti cambiamenti fisici, neurologici e psicologici, è fondamentale considerare che questo è il periodo in cui si stabilizzano definitivamente i tratti della personalità di un individuo, che acquisisce una identità autonoma e consolida il proprio modo di essere rispetto a se stesso e al mondo esterno.

 Ciò avviene plausibilmente attraverso l’integrazione degli aspetti del proprio temperamento di base, con cui ciascuno di noi nasce, con le esperienze vissute fino a questo momento della nostra esistenza, o almeno così dovrebbe avvenire fisiologicamente. Non bisogna infatti dimenticare che quando si parla di fase adolescenziale ci si riferisce ad un lungo arco temporale, che per alcuni studiosi si protrae dai 10 ai 20-25 anni a seconda dell’individuo, e addirittura in certe situazioni non viene mai raggiunta una maturità emotiva coesa e armonica.

Ne consegue che questo stadio di trasformazione può provocare grandi e inattesi cambiamenti anche nel contesto delle relazioni familiari e sociali di un adolescente, che per la prima volta ha bisogno di mettere in discussione le certezze che porta con sé dal suo mondo infantile e sperimentarsi come individuo in modi nuovi e a volte drastici, causando perplessità e confusione in genitori, insegnanti, educatori e chiunque entri in contatto con lui. Potremmo anzi affermare che nella maggior parte dei casi la fase dell’adolescenza è il primo grande stravolgimento nel rapporto fra genitori e figli, in quanto per la prima volta i genitori affrontano sentimenti di estraneità, ambivalenza e smarrimento nei confronti dell’identità di quel figlio che erano convinti di conoscere perfettamente.

Naturalmente ci riferiamo a considerazioni generali: non è detto che questo periodo sia contraddistinto da malessere e sofferenza psicologica, nell’adolescente e nei familiari, in fondo tutte le persone adulte sono diventate tali attraverso questa fase! Tuttavia non si può negare che sia caratterizzata da vissuti unici nella vita di ognuno di noi, dove i sentimenti conflittuali, le emozioni intense e contraddittorie, la incessante ricerca di idee e valori cui aderire e i comportamenti al limite costituiscono una sfumatura peculiare di questa stagione della esistenza umana.

Appare quindi evidente come sia complesso parlare di adolescenza normale o patologica, e riconoscere quali aspetti sono fisiologici e quali degni di attenzione clinica, in un periodo in cui la personalità dell’adolescente si sta evolvendo in modo disomogeneo e imprevedibile verso l’identità adulta, soprattutto nell’ambito dei continui mutamenti civili e culturali della società odierna.

Non siamo tuttavia completamente disarmati rispetto agli eventuali segnali di disagio e alle silenti richieste di aiuto che spesso in situazioni di sofferenza psicologica adolescenziale prendono la forma di comunicazioni particolari, e a cui presto dedicheremo attenzione in un prossimo articolo. In ogni caso la fase dell’adolescenza provoca vissuti di ansia ed ambivalenza anche nei genitori e negli adulti, che devono essere disposti a comprendere e mettersi in discussione, non solo per il benessere dei ragazzi, ma soprattutto per il proprio; questa disponibilità alla riflessione interiore può facilitare il compito di educare i figli, ma sopra ogni cosa ad affrontare la propria sofferenza e a crescere emotivamente, dal momento che ognuno di noi ha dei conti in sospeso con la propria “parte adolescente”, spesso risvegliata dal rapporto con i figli.