Sogni. Che funzione e che significato hanno?
Che i sogni riscuotano un certo interesse da parte delle persone non è una novità. Si sogna e, al risveglio, ci si domanda che significato possa avere ciò che è apparso durante il sonno. Spesso si racconta della propria attività onirica ad amici e parenti, altre volte si consulta qualche sito web per andare alla ricerca di una risposta. Insomma, si tratta di una tematica molto discussa! Quello che è meno noto, però, è che le persone sperimentano nell’arco della vita circa 150.000 sogni e in media avvengono 24 incubi all’anno.
Rispetto la funzione e il significato dei sogni, poi, ci sono differenti filoni di pensiero:
- Sogni come soddisfazione di desideri inconsci
- Teoria dei sogni per la sopravvivenza
- Teoria della sintesi-attivazione
Sogni come soddisfazione dei desideri inconsci
Secondo Sigmund Freud i sogni rappresentano desideri inconsci che le persone vorrebbero realizzare. Trattandosi, però, di desideri che potrebbero minacciare la consapevolezza che si ha nello stato di veglia, i desideri veri e propri vengono camuffati. Ecco allora che si parla di contenuto latente dei sogni e si differenzia dal contenuto manifesto che, invece, rappresenta la storia ufficiale del sogno. Freud avanzò anche l’ipotesi che nell’attività onirica possano ricorrere alcuni elementi dal significato simbolico, ad esempio salire una scalinata, attraversare un ponte, prendere un ascensore, entrare in una stanza o volare in aereo può rappresentare il rapporto sessuale.
L’ipotesi dei sogni come mezzo per esprimere i propri desideri è supportata anche dai lavori di Allen Braun. Le sue ricerche dimostrano che durante la fase REM le parti del cervello coinvolte nelle emozioni e nell’immaginazione visiva sono fortemente attive. Al contrario le aree che controllano l’analisi logica e l’attenzione sono inattive e tale inattività permetterebbe ai pensieri inconsci di dominare in questa fase.
Teoria dei sogni per la sopravvivenza
Secondo questa teoria i sogni rappresentano preoccupazioni legate alla vita quotidiana: insicurezze, indecisioni, idee e desideri. Non sono dunque desideri inespressi, ma scaturiscono dall’esperienza quotidiana.
L’idea che i sogni siano utili per la sopravvivenza è legata al fatto che alcuni sogni possono permettere alle persone di consolidare memorie. Ad esempio, in un esperimento (Karni e collaboratori – 1994) i partecipanti imparano a superare una prova di memoria visiva verso la fine della giornata. Sono poi mandati a letto per dormire e vengono svegliati in momenti differenti. È emerso che le persone che hanno vissuto la fase REM (la fase in cui si sogna) hanno avuto una prestazione migliore il giorno successivo nel compito di memoria. Le persone che, invece, sono state svegliate prima di aver potuto sognare hanno avuto performance peggiori. Sembra, quindi, che sognare ci possa aiutare a ricordare meglio le informazioni immagazzinate durante la giornata.
La teoria della sintesi-attivazione
Secondo lo psichiatra Allan Hobson, il cervello produce energia elettrica in modo del tutto casuale durante la fase REM del sonno. Questa energia a sua volta riuscirebbe ad attivare vari ricordi conservati nel cervello, che vengono poi assemblati ed ordinati secondo un filo logico, riempiendo i vuoi esistenti per creare uno scenario razionale. Tuttavia, Hobson non rifiuta totalmente l’idea che i sogni possano rappresentare i desideri. Anzi, crede che il processo casuale di assemblaggio dei vari ricordi possa essere una chiave di lettura per paure, emozioni e preoccupazioni personali.
La prossima volta, prima di cercare e ipotizzare significati nascosti dietro al sogno realizzato, prova a pensare a cosa ti sia accaduto durante la giornata. Forse il tuo sogno è meno misterioso di quel che può sembrare!
A cura di dott.ssa Sara Colnaghi