Il benessere psicologico dei nostri figli … parte da noi!
Quando si decide di mettere al mondo un figlio lo si fa con la speranza anzitutto di potergli assicurare una vita felice, serena. Il suo benessere è messo al primo posto in ogni decisione che prendiamo. O al meno questo è quello che ci raccontiamo.
Spesso infatti senza renderci conto, agiamo nei confronti dei nostri figli in modo del tutto in contrasto con l’obiettivo che ci siamo prefissati. Ovvero se il fine di ogni nostra scelta, di ogni nostra azione è quello di agire per il suo “star bene”, spesso i mezzi che adoperiamo o i pensieri che sottostanno le nostre azioni non vanno in quella direzione.
Genitori che si sentono colpevoli, che hanno paura, che vivono di rimpianti per quello che non hanno potuto o non sono riusciti a fare, sono anzitutto persone che non si riescono a vivere la loro esistenza in modo appagante e soddisfacente.
Essere genitori vuol dire anzitutto essere degli educatori che nel bene e nel male hanno il compito primario di insegnare ai loro figli lo “stare nel mondo”. Questo è senza dubbio il compito più arduo che hanno i genitori.
Quello che appare sempre più evidente è il fatto che per essere capaci di vivere il proprio ruolo genitoriale nel migliore dei modi, per essere capaci di dare al proprio figlio una vita che sia piena e appagante, bisogna essere in grado di vivere di per sé un’esistenza piena e appagante. Solo così si potrà creare un clima educativo volto a sviluppare positività e fiducia nel futuro, solo così il genitore potrà essere visto come un punto di riferimento dal quale il bambino potrà quindi assorbire, per imitazione anzitutto, comportamenti produttivi e funzionali allo “star bene”.
L’educazione passa attraverso l’imitazione dei comportamenti che vediamo agire dalle figure di riferimento, dai “caregiver” che si palesano, agli occhi del bambino come modelli, guide da seguire.
La genitorialità è un percorso di crescita, crescita insieme al bambino che da immaginato e desiderato viene vissuto quindi nella sua razionale realtà. Ed in questo percorso di crescita i genitori devono costantemente mettersi in discussione, evolversi, adattare le proprie certezze sull’essere nel mondo. Quando però ci si dimentica di questo e si agisce più o meno consapevolmente senza considerare il proprio vissuto emotivo e la realtà che ci si presenta davanti agli occhi nella quotidianità, quando cioè il genitore non evolve tralasciando così la propria persona, il bambino avrà davanti a sé esempi di vita svuotata e sfiduciata. Qualsiasi modalità messa in atto per determinare un’educazione positiva non sarà quindi, solo poco produttiva, ma soprattutto disconfermata dall’esempio fornito nella quotidianità.
Ecco che appare chiaro come per crescere bambini sereni, capaci di vivere con fiducia e positività la vita si deve:
- Favorire intenzionalmente un’emozionalità positiva, trasmettendo fiducia nelle proprie capacità ed entusiasmo per la sperimentazione continua;
- Sviluppare le potenzialità personali, stimolando la curiosità di apprendere e facendo maturare la capacità di resilienza (di resistenza) di fronte alle difficoltà;
- Sostenere un’autostima ancorata alla realtà e capace quindi di confrontarsi con successi e fallimenti.
Per fare questo un genitore deve anzitutto riconoscere e far proprio quanto scoperto dalla ricercatrice americana Sonja Lyubomirsky (2005). La stessa ha evidenziato come circa il 50% circa della felicità umana è determinato da fattori genetici, il 10% dalle contingenze della vita ed il rimanente 40% dalla capacità individuale. Questo quindi metterebbe in evidenza come se è vero che una buona parte della nostra possibilità di provare emozioni positive è determinato dalla genetica, l’educazione può occuparsi di sviluppare quello che dipende dalla persona.
Se un genitore non si dimentica che per essere buoni educatori bisogna anzitutto credere in quanto si va educando, la “chiave” per coltivare il benessere psicologico nei propri figli è quello di costruirlo insieme a loro, giorno dopo giorno a partire da sé stessi.
Risulta di notevole importanza quindi promuovere un clima famigliare positivo, giocoso, espressione di serenità. Tale clima è l’espressione dello stato psico – emotivo vissuto da chi lo va creando. Genitori che riescono quindi a coltivare il loro benessere psicologico personale, sono genitori che riusciranno ad essere d’esempio positivo per i loro figli.
Da dove partire?
Dalla cura di ogni piccolo momento vissuto insieme, dall’espressione verbale e non verbale di gioia e felicità, anche attraverso il contatto fisico. Dal continuo confronto e dal continuo scambio di opinioni. Dalla messa in discussione e dalla voglia di evidenziare e di ricordare insieme, ad esempio prima dell’addormentamento, i momenti belli della giornata.
Dalla voglia di crescere insieme ai propri figli e di vivere una vita piena, appagante e soddisfacente.