Disturbi dell’Alimentazione.
Ogni giorno aumentano i casi di persone con disturbi dell’alimentazione come bulimia e anoressia nervosa. Il loro sviluppo dipende in parte dalla cultura predominante, ma è solo questo fattore che fa insorgere tali disturbi? quali altri fattori aumentano la possibilità di un nuovo caso?
Un bambino inizia a mangiare prima di nascere e continua a farlo per tutta la sua vita. È un comportamento necessario per la sopravvivenza di tutti gli esseri viventi. Questa è la prima nonché fondamentale funzione del cibo; il corpo è capace di realizzare tutte le azioni quotidiane e di mantenersi sano grazie ai nutrienti che gli apporta il cibo. Una seconda funzione è il significato che il cibo ha nelle relazioni sociali, ovvero il ruolo che lo stesso assume quando c’è una ricorrenza, un compleanno, quando la famiglia si ritrova dopo diverso tempo o una coppia celebra il suo anniversario. Molti momenti importanti nella vita di una persona avvengono intorno a un tavolo. La terza e ultima funzione è quella di strumento che serve a ricompensare e/o punire il corpo (intenzionalmente o meno) in funzione dello stato emozionale, classico esempio quando sentiamo di “avere lo stomaco chiuso” in un momento di particolare nervosismo.
All’interno del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, DSM-IV-TR, sono due i disturbi classificati come “Disturbi dell’Alimentazione”, ovvero l’anoressia e la bulimia nervosa.
L’Anoressia Nervosa è un disturbo caratterizzato da preoccupazione per il peso corporeo e il cibo, che sfocia in comportamenti che provocano la perdita del peso e una alterazione dell’immagine del proprio corpo.
La Bulimia Nervosa si caratterizza per un’ingestione episodica, non controllata e rapida di grandi quantità di cibo in un periodo breve di tempo, che termina con il vomito autoindotto dovuto al sentimento di colpa per aver mangiato.
L’obesità – invece – non si trova all’interno di questa classificazione, perché non ha un’origine psicologica, tuttavia risulta importante il suo studio al fine di individuare le conseguenze che ha sulla salute quali, colesterolo, ipertensione, diabete e problemi cardiovascolari; sono inoltre numerosi gli studi che analizzano la relazione fra obesità e sistema di ricompensa nella mente umana.
E’ inoltre importante sottolineare l’importanza che la pressione mediatica esercita relativamente all’immagine corporea e all’aspetto fisico. Maggiormente colpito da questa pressione mediatica è il pubblico femminile, in quanto i media spesso impongono un modello di donna che tende alla perfezione e che in realtà non esiste, creando spesso veri e propri pericoli per la salute, soprattutto quando il messaggio mediatico è diretto ad un pubblico minorenne.
Sia per la anoressia che per la bulimia nervosa è parte essenziale della patologia, l’alterazione della immagine di sé stessi. Sia le persone anoressiche, sia quelle bulimiche sono persone con alterazioni più o meno marcate del peso corporeo. In entrambi i casi elemento peculiare è il palese sottopose, ma con una forte paura ad ingrassare (non mangiano e inoltre assumono determinati comportamenti per perdere peso più velocemente, come l’assunzione di lassativi) in quanto hanno una percezione distorta della loro immagine corporea e pensano di essere in sovrappeso. Il fattore che nella gente provoca lo sviluppo di un disturbo alimentare non è il sottopeso ma la paura di ingrassare. Questa immagine corporea è il prodotto sia della pressione dei mass media, che definiscono la magrezza come una virtù, sia degli stressanti intrapsichici, familiari ed ambientali che hanno provocato una elevata vulnerabilità, nonché una bassa autostima della persona, portandola a una immagine distorta di sé.
Tali condizioni psicopatologiche hanno un ampio numero di disturbi ad esse associati, quali i sintomi pertinenti all’area dei Disturbi dell’Umore, l’irritabilità, il Disturbo di Dismorfismo Corporeo, la Fobia Sociale, l’Abuso e Dipendenza da Sostanze oltre ai Disturbi della Personalità.
Questa origine multi causale rende necessario un intervento terapeutico multimodale, dove il sostegno (soprattutto quello della famiglia) ha un ruolo decisivo sia per recuperare il peso e le normali condizioni nutrizionali, sia per trattare la base psicologica dei disturbi attraverso la terapia cognitivo-comportamentale (al fine di eliminare la paura di ingrassare e la necessità di vomitare), terapia farmacologica e la psicoeducazione circa l’enfasi socioculturale posta sulla magrezza e informazioni su un’alimentazione sana.
A cura della dott.ssa Maria Monica Ratti