Il coraggio di chiedere Aiuto.

Una parola semplice, che talvolta non abbiamo difficoltà a pronunciare. Ci sono situazioni in cui –però- si preferisce soffrire, piuttosto che ammettere di avere bisogno di un aiuto. Questo è il caso del supporto psicologico.

Nella moderna società si è imparato quanto sia importante “sbrigarsela da soli” e quindi –complice anche la tendenza di copiare sempre quanto accade oltreoceano- via libera al “fai-da-te”. Se ciò può essere utile (nonché più economico) in tanti ambiti, in alcuni tale approccio può non essere sufficiente, né utile e, in alcuni casi, perfino dannoso.

Quindi, a parte i casi in cui il “fai-da-te” viene ostinatamente messo comunque in pratica (vedi questo articolo), molto spesso la reazione davanti alla presa di consapevolezza di avere bisogno di un aiuto psicologico è: non fare nulla, non chiedere alcun aiuto.

Talvolta la consapevolezza viene ripudiata, nascosta, e mascherata da un’apparente “sicurezza” e forza: “devo essere sufficientemente forte e farcela da solo”, una razionalizzazione che non solo porta a non ottenere alcun aiuto, ma così facendo non si migliora nemmeno il proprio disagio. Giungendo infine a cronicizzare una problematica, fino ad essere pressoché “bloccati” nella propria vita. Tale conseguenza può apparire drammatica, anche se corrisponde alla realtà di molte persone.

In quali occasioni chiedere aiuto?

Presa coscienza del fatto che l’autosufficienza in alcuni ambiti può venire meno, chiedere aiuto in ambito psicologico può riguardare moltissime aree, dall’ansia alla depressione, dai disturbi alimentari a problematiche relative alla sfera sessuale, a situazioni che appaiono nettamente lontane dalla comunemente definita “psicopatologia”.

Difficoltà relazionali sul lavoro o con il proprio partner, incomunicabilità con i propri figli o con i genitori, disagio e sofferenza in seguito ad un lutto o una separazione, senso di impotenza e di fallimento nel perseguimento dei propri scopi di vita. Le situazioni possono essere infinite, ognuna però carica della variabile “sofferenza”, che spesso incide negativamente sullo svolgimento delle proprie quotidiane attività.

Quando chiedere aiuto?

Non è mai né troppo presto, né troppo tardi. Certamente un intervento tempestivo può risultare più rapidamente efficace, tuttavia accade spesso che le persone si rivolgano ad uno specialista quando ormai la situazione è divenuta insostenibile. Complice la tendenza e la diffusa credenza del “potercela fare da soli” il contatto con uno specialista viene rimandato a oltranza, fino a quando si giunge ad un livello di saturazione. Molti pazienti pensano che ormai sia troppo tardi per intervenire e, quindi, decidono di arenarsi e proseguire la propria vita con il flagello del proprio disagio o problematica, convinti in un certo senso di dover espiare qualche colpa. Proprio in questi casi è necessario sottolineare che non è mai troppo tardi. Nella maggior parte dei casi, infatti, è ancora possibile un intervento volto al miglioramento della condizione, volta a restituire alla persona una qualità di vita accettabile.

Come chiedere aiuto?

Non essendo una cosa semplice è molto spesso procedere per passi, inizialmente rivolgendosi alle persone vicine, parenti, amici, medico di base manifestando il proprio disagio. Quante più risorse si mobiliteranno, tanto più semplice sarà ottenere una movimentazione degli aiuti.

Rivolgersi direttamente ad uno specialista, magari non volendo coinvolgere famigliari e/o amici è invece un passo talvolta più difficile. In questo senso tante sono le possibilità –al di là della telefonata diretta allo specialista- per richiedere aiuto: richiedere una consulenza, magari online (riducendo quindi l’impatto diretto con lo specialista) è una delle strategie più spesso utilizzate. Ovviamente il passo successivo sarà il contatto diretto, ma se mediato da una sorta di pre-contatto è stato dimostrato essere più facile.

Non importa quale sia il problema che si avverte, l’importante è che se esso viene avvertito come un problema, si cerchi di risolverlo. E se il “fai-da-te” non appare essere sufficiente, chiedere aiuto all’esterno è la manifestazione della forza della persona che intende cambiare e non abbandonarsi allo stato (insoddisfacente) delle cose.

Come disse un paziente:

“Ho notato che quando riesco a chiedere aiuto miracolosamente le persone cercano di aiutarmi. Certamente è difficile all’inizio, ma con la pratica tutto diventa meno difficile. Alla fine credo che ognuno di noi abbia bisogno di aiuto e, magari, nel far vedere agli altri che ho il coraggio di chiedere aiuto, darò anche ad altri il coraggio per chiederlo a loro volta.”