In un corpo che cambia.

Aspetti psicologici delle trasformazioni fisiche in adolescenza.

 

L’OMS  (Organizzazione Mondiale della Sanità) definisce l’adolescenza “il periodo della vita dell’individuo il cui inizio coincide con la comparsa dei primissimi segni di maturazione puberale e il cui termine va al di là della conclusione dello sviluppo del corpo”. L’adolescenza si presenta come una fase evolutiva caratterizzata da alcune problematicità, le quali tuttavia non vengono esperite da tutti gli adolescenti in egual misura, ma fattori individuali, relazionali e culturali possono moderare notevolmente le criticità adolescenziali.

La costruzione dell’identità è sicuramente uno dei compiti principali e fondamentali dell’adolescenza. Nelle società individualistiche di oggi, ognuno ha il compito e la responsabilità di conoscere se stesso, appropriarsi della propria sessualità e capire cosa vuole o intende realizzare nella vita.

I significativi cambiamenti fisici portano con sé rilevanti corrispettivi psicologici, esercitano un effetto profondo, soprattutto  sui preadoelscenti, ed influiscono sull’identità mettendo alla prova le capacità di adattamento (Leonelli Langer & Campari, 2012). Queste modifiche del corpo sfidano gli equilibri raggiunti durante il periodo di latenza ( convenzionalmente dai 6 agli 11 anni), per questo motivo è necessario un buon lavoro di integrazione per arrivare ad una stabilità personale, relazionale e sociale.

A partire dai caratteri sessuali secondari, i più visibili soprattutto per le ragazze, diverse ricerche hanno indagato qual è stata la reazione di queste ai primi segni del loro sviluppo fisico, come l’hanno vissuto, con chi ne hanno parlato, come hanno reagito e come hanno reagito gli altri a questi cambiamenti. Emerge che le ragazze si aspettano di essere molto aperte e pronte ai cambianti che arriveranno e che, senza difficoltà, ne parleranno e si confronteranno con le amiche. Da una parte ciò risulta vero, in quanto le ragazze parlano maggiormente dei ragazzi rispetto ai cambiamenti, ma comunque ne parlano meno di quanto loro stesse si sarebbero aspettate quando i cambiamenti intervengono realmente. La condivisione è esclusa con i pari del sesso opposto, sia da parte dei maschi che delle femmine (Archinbald et al., 2003). Le reazioni riportate più di frequente sono di tipo ambivalente, ovvero tutti gli adolescenti hanno il desiderio di diventare grandi il prima possibile, per cui la comparsa dell’ingrossamento delle ghiandole mammarie è vissuta con manifestazioni e aspettative assolutamente positive, di eccitazione, curiosità, fretta di crescere e di emanciparsi dai genitori.  A ciò si sommano emozioni meno positive come ansia e incertezza, poiché nessuno può sapere come sarà il proprio corpo alla fine di questo momento di passaggio. L’incertezza relativa all’esito dello sviluppo può condurre ad un peggioramento della percezione e delle emozioni relative all’immagine di sé, soprattutto se lo sviluppo non corrisponde all’ideale di bellezza socialmente condiviso.

La crescita dell’altezza e lo sviluppo del seno nelle bambine comportano una dose di vittimizzazione da parte dei pari di sesso opposto. Ciò è esclusivamente legato alle ragazze che per prime mostrano segni di cambiamento, prima che tutte le coetanee abbiano raggiunto un certo livello di sviluppo. Per quanto riguarda la comparsa del menarca, il vissuto risulta essere ambivalente con reazioni miste di orgoglio per il raggiungimento dello status di donna (anche se fisiologicamente devono trascorrere ancora alcuni mesi prima del raggiungimento della fertilità) e dolori e svantaggi pratici che si legano con emozioni negative. L’evento è comunque unico e quindi saliente, simbolicamente vissuto in maniera positiva, nonostante la condivisione avvenga poi in seguito. Si è stimato che l’esperienza  più comune sia la condivisione con la madre o con le amiche, anche se mediamente trascorre un tempo di sei mesi, mentre parlarne con il padre è un evento abbastanza raro e fuori discussione è il parlarne con gli amici maschi.

Inoltre, per le ragazze iniziano a presentarsi problemi di natura psicosomatica, come la regolazione del tono dell’umore e variabilità ciclica, i quali sono legati alla variazione del profilo ormonale a seguito della comparsa periodica del ciclo mestruale. Si presentano, inoltre, un’elevata frequenza di disforie, emicranie e disturbi intestinali. Tutto ciò porta le ragazze a percepire come peggiore il proprio stato di salute rispetto ai ragazzi.

Per i ragazzi il raggiungimento della prima eiaculazione è un momento altamente simbolico, ma anche per questo evento la condivisione si attesta a livelli molto bassi, perché la percezione dell’evento è legata soprattutto alla sfera sessuale piuttosto che a quella fisiologica. Da parte dei ragazzi vi è la tendenza a giocarci sopra, a parlarne in tono scherzoso, ma sono rari i casi in cui se ne parla in maniera seria e si condividono emozioni, attese e paure. Solitamente le informazioni su questo evento arrivano ai ragazzi attraverso scambi di conoscenze di senso comune tra pari.

Per i ragazzi il cambiamento puberale può avere un’implicazione molto positiva perché si traduce con l’incremento visibile di massa muscolare, aumento del tono, cambiamento della composizione delle fibre muscolari. Tuttavia, il cambiamento può non essere piacevole fin dalle sue prime fasi, dal momento che i cambiamenti puberali sono lenti e imprevedibili, molto spesso disarmonici e sproporzionati e, in ogni caso, il ragazzo non sa fino a che punto cambierà e quanto diventerà bello. Ad ogni modo il miglioramento tendenzialmente avviene e ha risvolti positivi. Anche nel caso dei ragazzi, il rapportarsi con l’immagine ideale proposta dai media rappresenta un rischio. L’altro cambiamento secondario è l’abbassamento del tono della voce, che tende a comparire intorno ai 15-16 anni e può contrastare con il resto dello sviluppo, poiché può persistere una voce infantile in un corpo ormai adulto.

Per i ragazzi intervenire a livello ormonale è ancor più pericoloso che per le ragazze dal momento che lo sviluppo fisico e dei caratteri sessuali secondari non si interrompe con la prima eiaculazione, ma tende a proseguire fino ai 18 anni.

Il timing può essere considerato un fattore che influenza le reazioni psicologiche delle trasformazioni fisiche. Le trasformazioni fisiche, infatti non avvengono per tutti alla stessa età; ciò può diventare un problema soprattutto per chi matura troppo precocemente o in ritardo, in questi casi, ma soprattutto nel primo, l’età biologica non corrisponde all’età socio-emozionale (Pinto, 2007). Tendenzialmente per i ragazzi avere una pubertà anticipata è un vantaggio, i maschi percepiscono in modo più favorevole l’aspetto fisico, la crescita e sessualizzazione comportano vantaggi sociali e un avvicinamento all’ideale fisico maschile proposto dalla società occidentale (Bariaud & Rodriguez-Tomè, 1994). Per le femmine, invece, risulta essere un momento ancora più critico e di difficoltà di accettazione del corpo, poiché a seguito del precoce sviluppo fisico si accompagna un aumento del grasso corporeo e la comparsa del menarca.

A cura della dott.ssa Maria Monica Ratti

Bibliografia:

  • Archinbald, A. B., Graber, J. A., & Brooks-Gunn, J. (2003). Pubertal processes and physiological growth in adolescence. In G. R. Adams & M. Berzonsky, Blackwell handbook of adolescence (pp. 24-47), Malden, MA: Blackwell.
  • Bariaud, F., & Rodriguez-Tomè, H. (1994). La conscience de grandir. In M. Bolognini & B. Plancherel, Preadolescence. Thèorie, recherché et Clinique. Paris: ESF.
  • Erickson, E. (1968). Gioventù e crisi d’identità. Roma: Armando, 1999.
  • Leonelli Langer, L., & Campari, E. (2012). La preadolescenza. In A. Maggiolini & G. Pietropolli Charmet, Manuale di psicologia dell’adolescenza: compiti e conflitti (pp. 95-109). Milano: Franco Angeli.
  • Maggiolini, A., & Pietropolli Charmet, G. (2012). Manuale di psicologia dell’adolescenza: compiti e conflitti. Milano: Franco Angeli.
  • Pietropolli Charmet, G. (2013). Paura di essere brutti. Milano: Raffaello Cortina Editore.
  • Pinto, K. (2007). Growing up young: The relationship between childhood stress and coping with early puberty. Journal of Early Adolescence, 27, 509-544.