Lui e lei: cosa vogliono realmente?
Il fatto che uomini e donne siano diversi non solo fisicamente, ma anche dal punto di vista psicologico, è ormai una tautologia. Si diceva che “Gli uomini vengono da Marte, le donne da Venere” proprio per sottolineare quanto questi due “esemplari” di una stessa specie, siano ampiamente differenti. Ma cosa vuole l’uomo e cosa invece vuole la donna?
Le teorie relative al fenomeno del “matching”, ossia dell’appaiarsi (o meglio “fare coppia con”) sono diverse e talvolta anche parecchio contrastanti. Si pensi ad esempio alle due principali che possono essere prese quali validi –benché generalizzanti- rappresentanti:
– Gli opposti si attraggono
– Ogni uomo cerca un suo corrispettivo femminile (e, ovviamente, viceversa)
Accanto a queste teorie “popolari”, ossia principalmente contenute nei detti e proverbi, esistono due principali teorie scientifiche che si sono occupate della spiegazione del fenomeno della ricerca del partner, o meglio del fenomeno in grado di regolarne la scelta.
Una prima teoria è di stampo sociologico-economico e prende il nome di “Teoria della scelta razionale”. Secondo tale visione la vita sociale –inclusa quindi quella relazional-sentimentale- può essere spiegata alla luce delle decisioni che un individuo (il cosiddetto “attore”) prende. La socialità, pertanto, sarebbe il risultato di una serie di decisioni prese alla luce di una moltitudine di possibili scelte, in base alla convinzione (razionale) che proprio tali scelte potessero costituire il migliore esito possibile. Quindi, secondo questa posizione, la scelta del partner sarebbe una mera decisione: si individuerebbe il partner che si ritiene essere il migliore tra le alternative disponibili.
Una seconda teoria, di stampo psicologico, suggerisce una posizione più evoluzionistica. Ciò significa che la scelta del partner avverrebbe grazie ad un adattamento alle condizioni (fluttuanti) della storia dell’umanità, condizioni che hanno favorito l’affermarsi di alcune scelte su altre, data la loro maggiore funzionalità in termini di sopravvivenza della specie. Per comprendere meglio la complessità della questione, si tenga presente il fatto che una donna –per questioni biologiche- può avere meno figli nella sua vita di quanti invece ne possa avere (biologicamente parlando) un uomo. Ogni gravidanza, inoltre, costituisce un significativo investimento di energie e di tempo (circa 9 mesi di gestazione, mentre ad un uomo bastano pochi minuti per il concepimento). Questi due fattori hanno reso quindi nel tempo le donne più selettive degli uomini, portandole quindi ad una ricerca di un compromesso tra ottimizzazione del tempo e “qualità” della scelta.
Ciò non significa che gli uomini siano meno selettivi, nel loro caso tuttavia, la scelta è principalmente dettata dalla necessità di fare “un buon investimento dei propri geni”, ossia individuare una compagna che sia in grado di portare avanti il proprio patrimonio genetico. La scelta di una compagna dai fianchi più prominenti –ad esempio- costituisce una maggiore garanzia di un parto meno difficoltoso. Nel caso dell’uomo –come detto- la variabile “tempo” è decisamente meno influente.
Sebbene queste due teorie abbiano come obiettivo l’individuare i criteri principali di ricerca del partner (o “matching”), entrambe forniscono spiegazioni frammentarie e, forse, non totalmente in linea con l’attualità.
Quali sono quindi gli aspetti ricercati dall’uno e dall’altra nei rispettivi partner? Ecco una breve, ma non esaustiva lista, redatta sulla base di esperienze cliniche.
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Cosa vogliono gli uomini: |
Cosa NON vogliono gli uomini: |
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Cosa vogliono le donne: |
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