Benessere. Una parola, mille significati.
Benessere, una parola all’apparenza semplice, che sembra avere un significato univoco. Nella realtà “benessere” sembra avere una serie pressoché infinita di accezioni. Quali sono quelle vere? E quelle “sbagliate”?
Immettendo la parola “Benessere” nell’ormai più famoso sistema di ricerca al mondo che è Google, la pagina dei risultati che si ottiene corrisponde ad una immensa vetrina su un mondo altrettanto vasto: massaggi, terapie orientali, tecniche di rilassamento, olii essenziali, ecc. La prima cosa che si potrebbe pensare è che l’accezione “consumistica” e –perché no- anche un po’ “modaiola” secondo la quale il “benessere” corrisponda ad un centro estetico o similare, sia vera. In parte è così, ma non volendoci fermare a quelle che potremmo definire come “apparenze”, è necessario approfondire l’argomento.
Il termine benessere è composto da due parole: “ben(e)” ed “essere”, nel significato di “stare/ sentirsi bene”. Potrebbe sembrare un neologismo, ma non è così, è un termine che risale a qualche secolo fa. Per l’esattezza al periodo che vide la grande svolta nella concezione scientifica della “malattia” e, quindi, anche della “salute”. All’epoca si intendeva con “salute” la semplice assenza di malattia, e per malattia si faceva riferimento a condizioni prettamente mediche. Quindi, un individuo senza una malattia fisica era definito “in salute”, la medicina dell’epoca poteva affermare che tale individuo “stava bene”. Fortunatamente ci si accorse come questa visione dell’individuo fosse alquanto riduttiva: non si poteva essere solamente sani o malati; si comprese come l’individuo non fosse semplicemente un corpo, ma anche una mente, un’identità. Al modello precedente, definito “Bio-medico” –in cui gli aspetti presi in esame erano quelli relativi alla biologia medica dell’individuo- si preferì una visione più globale della persona: nacque il “Modello Bio-Psico-Sociale”. Ogni persona pertanto era sì sempre costituita da una parte biologica, che però si integra con un aspetto psicologico e con un aspetto sociale. Secondo questa visione, a titolo di esempio, una persona che ha subito un grave lutto è definibile come “persona che non sta bene”, poiché colpita nelle “sfere” psicologica e sociale, anche se questa stessa persona non soffre di una patologia organica (leggi medica).
Il “benessere”, quindi, è il raggiungimento di livelli sufficienti di soddisfazione all’interno di ogni singolo aspetto: biologico, psicologico e sociale.
Alla luce di questa considerazione i massaggi, le terapie orientali, ecc. possono essere considerati come mezzi per il raggiungimento del benessere di alcuni degli aspetti che costituiscono l’individuo, ma nessuno di essi è esaustivo. Analogamente curare solo la propria psiche è di poca utilità se invece si trascura il proprio soma (corpo): l’individuo non è la semplice somma di tante parti, ma un’armoniosa integrazione di diversi aspetti complementari.
Ma questo lo sapevano già gli Antichi Romani: “Mens sana in corpore sano”[1]; l’uomo moderno si è limitato a cambiare vesti ad un concetto già esistente, ideando il termine “benessere”.
[1] Decimus Iuninus Iuvenalis – poeta romano I-II sec. A.C.
Comments are closed.