Psicoterapia e sofferenza psicologica.
Apriamo una serie di articoli sull’argomento “Psicoterapia e Fondamenti Scientifici”, curata dal dott. Villa, Psicologo e Psicoterapeuta.
Uno degli aspetti che influenza la decisione da parte delle persone di chiedere aiuto rispetto alla propria sofferenza psicologica riguarda certamente l’interrogativo se la psicoterapia sia una forma di trattamento efficace o no. Il focus delle discipline che si occupano di malessere psicologico dovrebbe infatti concentrarsi sullo sviluppo di modelli terapeutici che siano il più possibile efficaci e duraturi nel lungo termine in base all’evidenza scientifica, ovvero a prove sperimentali.
Nonostante le statistiche sulla sofferenza psicologica evidenzino il grande bisogno da parte della popolazione di supporto specialistico psicologico, solo una minima parte di essa si rivolge ai professionisti in questo ambito: il fatto che spesso le persone effettuino una serie di tentativi più o meno validi per trovare sollievo al proprio problema e solo alla fine si rivolgano allo specialista psicologo denota senza ombra di dubbio l’entità e la diffusione delle resistenze rispetto alla possibilità di ricorrere a questo ambito professionale. In effetti tra i tentativi più frequenti di chi prova malessere psicologico spesso ci sono la ricerca del sostegno di familiari e amici, la partecipazione a gruppi di mutuo od auto aiuto, il ricorso al medico di famiglia, al medico specialista, o al prete, la lettura di libri o di siti internet sul benessere, sulla realizzazione personale o sulla sofferenza psicologica, l’assunzione di psicofarmaci con o senza l’indicazione di un medico psichiatra, le vacanze, le attività sportive, lo shopping o l’assunzione di sostanze psicoattive, la consultazione di una serie di figure professionali o presunte tali di diverso tipo, tra cui maghi e astrologi.
Molto frequentemente quando proviamo sofferenza psicologica tendiamo a rivolgerci alle persone a noi più care, quelle che sentiamo più vicine e a cui teniamo di più: cerchiamo qualcuno di fidato che ci possa ascoltare, con cui possiamo sfogarci, per sentirci compresi e magari per ricevere conforto e consigli. Questa reazione è assolutamente naturale, ha effetti benefici e riguarda uno degli aspetti fondamentali delle nostre relazioni affettive, ovvero la possibilità di sentirci capiti, protetti e aiutati dalle persone che amiamo. Anche le attività sportive, la biblioterapia o la farmacoterapia costituiscono certamente validi tentativi di affrontare e gestire situazioni di malessere psicologico, come testimoniato anche da alcuni lavori scientifici. Anzi, a volte certi cambiamenti od esperienze significative nella vita di una persona possono divenire l’opportunità di riflettere su sé stessi, di attribuire un senso alla propria sofferenza, di interiorizzare un nuovo modo di rapportarsi con sé stessi e con gli altri: pensiamo ad esempio che significato può avere per ciascuno di noi la possibilità di intraprendere attività o lavori gratificanti, di stringere nuove amicizie, di cominciare una relazione sentimentale o di sperimentare nuove esperienze o punti di vista.
Purtroppo spesso questo non è sufficiente per risolvere il problema, ciononostante le resistenze sono tali da far sì che ci si rivolga al professionista specialista in questo ambito solo molto tardi, o addirittura mai! Tali resistenze hanno componenti diverse, connesse a fattori caratteriali, sociali, culturali, politici e storici; il dato di fatto è che in molte situazioni il malessere psicologico è divenuto l’unico modo, per quanto negativo, di adattarsi alla propria realtà emotiva e relazionale, a volte strutturandosi in modo grave, stabile e cronico, in ogni caso creando per lungo tempo disagio e sofferenza alla persona.
Ad oggi appare sempre più importante attestare la dignità scientifica della psicoterapia per ragioni cliniche, sociali, economiche e di politica sanitaria (assicurazioni, Servizi Sanitari Nazionali, ordini professionali e bilanci statali). D’altronde storicamente l’attenzione verso il benessere psicologico è stata sottovalutata e comunque la cura della sofferenza psicologica è stata monopolizzata dalla disciplina medica per una serie di aspetti, tra cui appunto lo sviluppo e lo studio della psicoterapia (Adami Rook, Ciofi, Giannini, 1997).
La letteratura scientifica internazionale, e studi svolti in Europa, negli Stati Uniti e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, stanno evidenziando che la psicoterapia contribuisce ad evitare ricoveri e ricadute dei pazienti, migliorando la qualità della vita della persona e di chi la circonda: tali aspetti comportano vantaggi economici anche a livello statale, come la riduzione delle spese mediche e delle assenze dal lavoro e la maggiore produttività. Ma soprattutto l’obiettivo della ricerca scientifica sulla psicoterapia è dimostrare se essa permetta davvero di raggiungere e mantenere una condizione di benessere psicologico; tale stato di salute psicologica incide anche sul benessere fisico, e si traduce nella opportunità di sviluppare le proprie potenzialità e di imparare come reagire e risolvere situazioni di sofferenza e di stress. I vantaggi legati all’utilizzo della psicoterapia sono da considerare sia rispetto alla prevenzione sia rispetto al trattamento del malessere psicologico, in contesti di ricerca e clinici, a breve e soprattutto a lungo termine.